BARI – Partiamo dai fatti. Ieri si è compiuto il corteo antirazzista “Mai con Salvini” nel cuore del quartiere Libertà. L’evento, nato come momento di riflessione e sensibilizzazione in uno dei centri cittadini più problematici della città, è sfociato nella violenza per mano di una trentina di attivisti di CasaPound che, nei pressi dello stesso corteo, posseggono la loro sede cittadina.
CasaPond, il partito politico che tanto ha strizzato l’occhio alle politiche repressive di Salvini, si palesa per quello che è: un movimento neofascista, violento, demistificatorio. Infatti Di Stefano, il loro leader, ha corrotto la verità con la pubblicazione di un post su Facebook che parla di aggressione contro la sede di CasaPond da parte degli attivisti antirazzisti e non viceversa.
In realtà, fonti e testimonianze raccontano fatti ben diversi. Sul terminare del corteo, i manifestanti si sono disciolti tra le strade del quartiere. In via Eritrea, dove CasaPound ha sede, un gruppo di attivisti è stato intercettato proprio da 30 militanti di destra. Tra di essi figurano Claudio Riccio, candidato alle politiche di marzo con Liberi e Uguali, e Eleonora Farenza, eurodeputata con L’altra Europa con Tzipras. Questa dichiara: “Stavamo tornando dalla manifestazione quando abbiamo incontrato una signora di colore con una carrozzina che era molto preoccupata a rientrare perchè fuori c’era mezza Casapound. Abbiamo aspettato con lei quando abbiamo visto che si muovevano verso di noi…hanno iniziato a colpirci con delle spranghe e delle cinghie, hanno messo dei guanti neri, e questi sono i risultati”.
Non solo. Con l’intento di arrestare l’aggressione il corpo di polizia si è intromesso con forza, caricando il fronte dei manifestando e lasciando impuniti i neofascisti che solo dopo sarebbero stati portati in questura per l’identificazione.
Sul piano nazionale, il fronte di sinistra si è unito. Francesco Boccia, deputato Pd, ha scritto su Facebook: “Totale solidarietà e massima vicinanza a Eleonora Florenza e a tutti i manifestanti di Bari aggrediti questa notte da uno scellerato gruppo di fascisti. Non consentiremo a nessuno di avvelenare la nostra democrazia, men che meno a post fascisti travestiti da militanti politici. Salvini e tutta la Lega prendano immediatamente le distanze da questi delinquenti. Una cosa è il confronto politico, anche aspro, tra idee diverse, un’altra è la limitazione della libertà di chi la pensa diversamente utilizzando la violenza così come è accaduto a Bari questa notte. Quello si chiama fascismo. Ed è un atteggiamento prima culturale e poi comportamentale che l’Italia ha ripudiato sin dalla nascita della Repubblica. Non permetteremo a chi soffia ogni giorno sul fuoco del conflitto culturale e sociale di avvelenare la nostra società”.
La risposta di Salvini non tarda: “Se uno pesta un altro essere umano, può essere giallo rosso o verde, ma il suo posto è la galera. Poi da ministro dell’Interno devo andare oltre la notizia. Da ministro degli Interno ho il dovere di andare oltre la notizia dei giornale. Quindi, per capire bene mi baso sulle fonti dirette della polizia altrimenti questa estate avrei dovuto inseguire dei lanciatori di uova, che lanciavano uova a caso…”.