Fanno molto discutere i continui ripensamenti di Antonio Cassano, fantasista barese di 35 anni, circa il riprendere o meno la propria carriera calcistica con la maglia dell’Hellas Verona. Dopo la presentazione e i primi allenamenti, infatti, Cassano ha allarmato i tifosi della squadra e non solo, manifestando la possibilità di un ritiro. “Solo un cedimento iniziale”: ha sentenziato il giocatore qualche ora dopo, liquidando gli eventuali rumors giornalistici che lo davano ormai con gli scarpini al chiodo.
Le titubanze, tuttavia, si sono ripresentate qualche giorno dopo. Cassano, infatti, ha recentemente dichiarato che non vuole sacrificare la famiglia, composta da sua moglie e i suoi bambini, per un’altra esperienza calcistica. “Fantantonio”, insomma, ha manifestato una forte paura di non essere abbastanza presente per i suoi cari.
“Le ultime crisi di Antonio Cassano? Non si possono comprendere se non si conosce a fondo la sua storia. Non ha mai avuto affetto da nessuno e adesso non si riesce a staccare dalle attenzione della moglie Carolina e dei figli”. Sono le parole di Tonino Rana, presidente della Pro Inter Bari, e il primo che scoprì il talento di Bari Vecchia. Egli, pertanto, ha cercato di compiere un’analisi più approfondita della vicenda, tenendo in considerazione anche la psiche di una personalità, come quella di Antonio Cassano, certamente mossa da conflitti interiori e danneggiata da un passato non troppo felice.
“Antonio ha bisogno di un ambiente che lo coccoli – ha aggiunto – anche perché nella sua infanzia il padre non c’era. Poi magari nello spogliatoio è stato un malandrino, ma conserva una serie di fragilità”. Parlando della breve esperienza a Verona: “ci ha provato ma non c’è riuscito. Purtroppo ho il rammarico di aver creato un grande giocatore, ma un piccolo uomo”. Per quanto riguarda il futuro, non si è espresso se non con una richiesta: “spero ci ripensi, Tonino Cassano è sano, fa vita sana da atleta, potrebbe fare altri due o tre anni a buoni livelli”.