Il centrosinistra vince in tutti i principali comuni dove si è concluso il secondo turno, aggiudicandosi Brescia, Imperia, Siena, Iglesias, Lodi, Ancona, Viterbo, Barletta, Treviso, Avellino. A Roma il candidato sindaco del centrosinistra, Marino, ottiene quasi un plebiscito: il 63,93% delle preferenze contro il 36,07% del sindaco uscente Alemanno. Esulta il Presidente del Consiglio Enrico Letta che chiama Marino per congratularsi e augurargli buon lavoro. “Il risultato rafforza il governo di larghe intese”, afferma il premier che sembra quasi voler tranquillizzare il centrodestra su eventuali dimissioni anticipate e ritorno alle urne.
Certo il centrosinistra deve molto ai sindaci a agli amministratori locali che riescono a tenere in piedi il partito e a consegnare ai dirigenti una bella vittoria. Secondo Epifani, “il PD ritrova l’orgoglio” e per Bersani “è una vittoria strepitosa”. Ma allora se a livello amministrativo il Partito Democratico regge e si conferma vincente, cosa accade a livello nazionale? Questa è la domanda a cui dovrebbe rispondere il prossimo congresso del PD.
Certo il PD ha vinto, Grillo ha perso, il centrodestra è crollato senza l’intervento di Berlusconi, ma il vero campanello d’allarme è l’astensionismo, la sfiducia degli italiani nei confronti della politica. Dice bene Letta quando afferma che l’astensionismo “è un segnale d’allarme su cui riflettere”, però la tentazione di staccare la spina in questo preciso momento storico, forse… potrebbe essere più di una tentazione.
Antonio Curci – curci@radiomadeinitaly.it