Nella storia culturale della città di Bari, vorrei ricordare una sede cinematografica che è stata attiva per 50 anni nel XX secolo: il Supercinema. Il cinema dei germani Scannicchio, era situato in via Ravanas ai civici 143, 145, 147, ad angolo con via Bovio nel quartiere Libertà, una strada parallela alla nota e commerciale Via Manzoni.
Il primo proprietario, il comm. Domenico Scannicchio (1879-1964), aveva acquistato quel suolo in precedenza dalla “Banca Popolare per il Commercio Estero” e qui fu costruito un edificio di legno, il “Teatro Garibaldi”. Il 30 marzo 1929 fu inaugurato il “Politeama barese”, rifacimento del precedente teatro, con la “Compagnia del Pulcinella – Salvator De Muto” che in questa occasione rappresentò la commedia in dialetto napoletano “Arrivo di Pulcinella da Acerra”.
Dall’11 maggio 1929 il Politeama barese ospitò la “Compagnia Castelmonte”. Essa diede una breve stagione lirica, che se pur di buon livello qualitativo e nonostante l’affluenza del pubblico, fruttò al proprietario un deficit di 50.000 lire di allora. Vi agivano compagnie di varietà e di prosa in dialetto napoletano con alterni “spettacoli cinematografici”. In seguito, circa dieci anni dopo, il Politeama prese la denominazione di “Supercinema”, quando fu adibito esclusivamente a cinematografo e fu il primo locale pubblico a Bari ad avere il “tetto apribile” e una capienza di circa duemila persone.
Negli anni ’60 e ’70 i generi dei film polizieschi e film comici soprattutto della coppia F. Franchi e C. Ingrassia che presenziò nel Supercinema di Bari le loro prime. In quegli anni, dopo la morte del padre, i germani Scannicchio, soprattutto Tommaso, continuarono a condurne la gestione nonostante le difficili vicende che la cinematografia attraversava a causa della diffusione dei film in Vhs e naturalmente della televisione sempre più presente nelle case degli italiani.
All’inizio degli anni ’80, dopo una programmazione di film poco interessanti, ma obbligata dalla situazione sociale del tempo e del luogo, il Supercinema, cinema di quartiere, con rammarico di chi gli aveva dedicato gran parte della propria vita, chiuse. Contemporaneamente chiusero anche il cinema “Impero” in C.so Sonnino e, qualche anno dopo, il cinema “Orfeo” in via Lattanzio.
Ora, nel XXI secolo, le sale cinematografiche, al passo con i tempi, sono indubbiamente più confortevoli e tecnicamente avanzate, è altresì cambiato il gusto del pubblico. Ricordo con nostalgia quando nell’intervallo, mentre “Marlon Brando” (pseudonimo di un giovanotto del personale), passava tra il pubblico con la cassetta delle gazzose, delle patatine e delle aranciate, il tetto del Supercinema lentamente, molto lentamente, scorreva e sopra gli spettatori appariva il cielo stellato.
Aurora Scannicchio e Andrea Alessandrino