Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha raggiunto alle 7 di
questa mattina Taranto per partecipare al presidio delle imprese e dei
lavoratori dell’indotto ex Ilva:
“È importante – ha dichiarato – che l’azienda paghi le fatture che sono
scoperte perché sono decine e decine di milioni di euro che servono a
pagare gli stipendi di questi lavoratori. E servono soprattutto a
consentire alla fabbrica di continuare la sua attività. E siccome si sono
impegnati a pagare, devono farlo presto, perché ogni azienda ha i suoi
termini. Se non lo fanno, noi stiamo studiando un sistema col Presidente
del Consiglio affinché la Regione Puglia paghi le fatture al posto di
Mittal e poi subentreremo come creditori dell’Ilva. E glielo sconsiglio a
Mittal di trasformare la Regione Puglia anche in un creditore della loro
azienda perché a quel punto veramente li perseguiteremo legalmente, ovunque
al mondo, perché questo modo di fare non corrisponde all’etica di una
grande multinazionale come ArcelorMittal dice di essere”.
“Quello in atto da parte dell’indotto – ha detto Emiliano – sarà un blocco
intelligente che consentirà alle merci che devono entrare per alimentare la
fabbrica di continuare ad arrivare. Ma è chiaro che non è possibile pensare
che queste imprese dell’indotto alle quali sono stati già portati via 150
milioni di euro nella prima fase dell’emergenza Ilva, non ricevano il
pagamento delle fatture, perché in questo modo si rischia veramente di far
fallire decine e decine di aziende. Quindi noi pretenderemo questo
pagamento, che peraltro ci è stato assicurato dall’ad Morselli che ho
incontrato per questa ragione. Stamattina abbiamo avuto qualche notizia su
un inizio di discussione sulla vertenza e mi auguro che questa domenica
abbia fatto riflettere Mittal sulla follia che sta mettendo in essere,
perché hanno adottato una strategia di sfida diretta che evidentemente noi
non possiamo accettare. Sedendosi a ragionare si può trovare una soluzione.
Abbiamo già detto che nessuno è insensibile alla crisi dell’acciaio di
questo momento: però un conto è discutere e un conto è scatenare il panico
e far fallire le aziende che non hanno nessuna colpa. Sono due cose
completamente diverse. In questo momento bisogna evidentemente mantenere la
calma. Questo presidio io lo considero importante perché fa capire che noi
non stiamo a guardare. Come gli operai dell’Ilva che si sono rifiutati di
spegnere le centrali elettriche, e li ho apprezzati moltissimo, quelli che
comandano devono sapere che questa fabbrica è gestita dagli operai, quelli
interni e quelli dell’indotto. E devono sapere che questa fabbrica non è un
videogioco, è una fabbrica vera dove se gli operai non intendono obbedire
ad ordini, che peraltro violano la legge dal mio punto di vista perché la
distruzione della fabbrica è un reato, noi saremo dalla parte degli operai
e dalla parte di chi impedisce la distruzione della fabbrica”.
“La soluzione l’abbiamo indicata da tempo – ha aggiunto Emiliano – questa
fabbrica deve essere innovata dal punto di vista tecnologico, deve
diventare non pericolosa per la salute e va evidentemente decarbonizzata:
questo processo che noi sosteniamo da anni finalmente ha convinto tutti,
non so se convincerà ArcerlorMittal ma quel che è certo è che questa
fabbrica così com’è rischia di non essere economica dal punto di vista
della gestione e di essere pericolosa per la salute. Bisogna immediatamente
intervenire, per questo sono a disposizione finanziamenti europei molto
importanti che Mittal potrebbe utilizzare ove volesse proseguire la
gestione. Ma se ha deciso di fare del male a se stessa e di fare del male a
noi, a questo punto noi reagiremo, questo è poco ma è sicuro”.
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