Avete mai percepito all’improvviso un fischio, un ronzio o un fruscio provenire direttamente dall’interno dell’orecchio? Ebbene si è trattato di un “acufene”. Se il fenomeno dura solo pochi secondo nessun problema. Ma quando si protrae per ore o peggio vi accompagna ininterrottamente giorno e notte, allora il disagio diviene insopportabile e può risultare utile rivolgersi ad uno specialista. Per saperne di più abbiamo incontrato il Dr. Carmine Capasso Otorinolaringoiatra.
Dr. Capasso possiamo classificare l’acufene come malattia?
Anche se non è esatto parlare di malattia, gli acufeni costituiscono una patologia più frequente di quel che si possa pensare che interessa indifferentemente i due sessi e tutte le età. Le cause più frequenti possono essere post-traumatiche, in particolare trauma cranico e trauma acustico, ma anche di natura vascolare e virale. A volte si tratta di cause più banali come ad esempio un tappo di cerume o un’otite catarrale, che sono decisamente meno gravi e che determinano un disturbo temporaneo, risolvibile con un semplice intervento dello specialista.
Possiamo classificare diversi tipi di acufene?
Certamente, classica è la distinzione fra acufeni soggettivi (percepiti solo dal soggetto) e oggettivi (percepiti anche all’esterno: scrosci articolari). La diagnosi è oltremodo difficile: l’esame audio-impedenzometrico potrà evidenziare un danno uditivo settoriale coincidente con la frequenza dell’acufene; l’acufenometria potrà indicare la frequenza e l’intensità dell’acufene; l’ecodoppler TSA, la presenza di stenosi vascolari arteriose significative.
Attraverso gli accertamenti ematochimici, in primis l’assetto lipidico, possiamo verificare se sussiste un danno al microcircolo; mentre, gli accertamenti strumentali (TC Rocche petrose o RM encefalo, orecchio interno, condotti uditivi interni e angolo pontocerebellare), ci consentono di risalire a traumi significativi dell’orecchio medio o a neurinomi dell’ottavo nervo cranico (vestibolo-cocleare) o a conflitti neurovascolari.
Quali terapie suggerisce per risolvere e perlomeno alleviare il disturbo?
Il trattamento difficilmente potrà essere causale stante la estrema difficoltà nel risalire alle cause che hanno determinato gli acufeni. Un cenno a parte merita il TRT (Tinnitus Retraining Therapy, letteralmente terapia di riabilitazione dall’acufene). In pratica si tratta di un protocollo che prevede l’arricchimento sonoro ambientale, grazie al quale si può distrarre il cervello dall’ascolto dell’acufene associato a terapia psicologica. La TRT richiede un periodo di 12-18 mesi per il suo pieno svolgimento e l’arricchimento sonoro può essere effettuato con generatori sonori ambientali, generatori sonori personali o con particolari apparecchi acustici in caso di perdita dell’udito anche lieve. In alcuni casi può risultare utile una terapia di natura psicologica per ridurre il senso di disagio.
Un acufene lieve impone degli accertamenti?
E’ sempre bene indagare sulle cause. Come detto, pur non potendo classificare l’acufene come “malattia” esso può costituire il sintomo di una malattia, non necessariamente a carico dell’orecchio, anche se di norma la causa può essere ricondotta ad un danno che ha subito l’orecchio interno.