BARI – La Scuola Media Michelangelo, stimatissima nella città di Bari, ha da poco adottato scelte discutibili dal punto di vista didattico, per non dire criminali. Sono stati, infatti, stabiliti due incontri, dalle 10 alle 12 (in pieno orario scolastico), tenuti da due relatrici: Monica Lippolis, esponente dell’Associazione Briganti e autrice de “L’altra storia. L’Italia vista dalla parte dei briganti” e Rosa Barone, presidentessa della Commissione Antimafia Regione Puglia.
Nulla da dire sulla libertà d’espressione che in un paese democratico, liberale e moderno come il nostro è da preservare. Nulla da dire sulla mozione, superficialmente approvata dal consiglio regionale Puglia, del Movimento 5 Stelle di il 13 febbraio come “giornata della memoria atta a commemorare i meridionali morti in occasione dell’unificazione italiana”. Eppure, qualcosa da dire sulle teorie proposte da questo rigurgito neoborbonico che via via si evolve sempre di più in tutto il Mezzogiorno, credo ci sia.
Da una parte, si tratta di un’interpretazione storiografica del tutto fuorviante, sbagliata e poco attendibile ai fatti. L’idea di un paradiso borbonico, tristemente piegato dalle becere forze militari del regno Sabaudo, è fuori discussione. Tuttavia, tali idee cavalcano un’onda di malcontento generale che nel Meridione si respira da generazioni, nei confronti di un Nord troppo spesso (la storia lo dice) lontano. La questione meridionale, dunque, è un tema sacrosanto assieme a tutta la letteratura economica e politica che ne è derivata. Tuttavia, ricorrere a distorsioni storiche e per giunta importarle nei confini scolastici potrebbe essere un duro colpo alla democrazia stessa.
I bambini, che non possiedono gli anticorpi intellettuali per potersi difendere, vivono un vero e proprio indottrinamento contro le istituzioni e contro il principio stesso di unità nazionale. E visti i tempi, gettare altra benzina (demagogica e populista) sul fuoco della rabbia potrebbe essere una scelta miope.
Queste relatrici hanno competenze e titoli tutte da dimostrare. A questo punto mi chiedo, se andiamo dal panettiere per una pagnotta, o da un farmacista per uno sciroppo, perché non farci raccontare il passato da chi lo studia? Non è vero che la storia è di tutti. La storia è per tutti, e c’è una bella differenza.