Gli Uiguri sono un’etnia di origine turca e religione islamica, che vive prevalentemente nel nord-ovest della Cina, in particolare nella regione autonoma dello Xinjiang, e attualmente conta in totale una popolazione di circa 12 milioni di individui.
La loro storia è plurimillenaria, ma negli ultimi anni sta subendo drastici cambiamenti.
Nel 2009 a seguito della morte di due uiguri in uno scontro con gli Han (maggior gruppo etnico del mondo, che conta più di un quinto dell’intera popolazione mondiale), ci fu una manifestazione degli uiguri in onore delle vittime che degenerò in un feroce scontro etnico che causò poco meno di 200 vittime.
Ma la vera tortura degli uiguri, è la continua costruzione di campi di detenzione da parte del governo cinese.
Secondo i nuovi dati raccolti da un gruppo di esperti australiano, negli ultimi anni ne sono stati costruiti 380, quasi 100 in più rispetto all’ultima rilevazione risalente a un anno fa. Una notizia che smentisce le dichiarazioni degli ultimi mesi del governo cinese secondo cui la costruzione di queste carceri, definite “sistemi di rieducazione”, si era quasi del tutto arrestata.
I funzionari cinesi, che per anni hanno negato l’esistenza di queste carceri, non hanno mai permesso l’ispezione da parte di giornalisti o enti internazionali, descrivendo le suddette carceri come luoghi di rieducazione nei quali non viene perpetrata alcuna violazione dei diritti umani. Ma numerose testimonianze hanno affermato l’opposto.
Nei campi di detenzione cinesi si pratica un rigido controllo delle nascite che ha portato diversi esperti a parlare di “genocidio demografico”. Le donne uigure infatti vengono rese sterili contro la loro volontà: o temporaneamente, con l’inserzione forzata di una spirale o tramite somministrazione di pillole contraccettive; o definitivamente, con operazioni chirurgiche. Le donne sono anche sottoposte a visite ginecologiche obbligatorie, ed eventuali gravidanze vengono interrotte senza considerare la loro volontà o quella del compagno.
Così recita la Convenzione per la prevenzione e punizione del crimine di genocidio, documento adottato nel 1948 dall’Organizzazione delle Nazioni Unite, di cui fa parte anche la Cina: “è genocidio imporre misure con lo scopo di prevenire nascite all’interno di un gruppo etnico”. Ed è precisamente e letteralmente ciò che il governo cinese, tra gli altri soprusi, sta compiendo ai danni degli uiguri.