Quale brutta pagina di politica italiana affideremo alla Storia! E nel frattempo stiamo già pagando gli effetti di questa assurda crisi, della quale non si intravede una via d’uscita. Con costanza e fermezza tutti gli attori che in qualche modo l’hanno determinata, ormai da alcuni anni provano a pensare a delle soluzioni, ancora senza successo. Sembrerebbe che anche il difficile governo del presidente Letta sia impraticabile e giungerà a breve al suo traguardo. C’è da chiedersi come fare a governare il nostro Paese che è in grave recessione, dove manca il lavoro ed ogni prospettiva di crescita. Occorrono proposte urgenti ed accattivanti per ristabilire quel patto di fiducia ormai rotto con il popolo, sempre meno rappresentato, più povero e con tante tasse da pagare. Forse prima di annunciare un qualsivoglia quadro politico innovativo possibile, per una svolta tanto attesa e desiderata occorrerebbe innanzitutto ben riflettere sulle persone a cui affidare il mandato della rappresentanza in Parlamento, per non ritrovarsi poi in situazioni davvero incresciose sul piano della legge, della morale e dell’efficienza del compito. Quindi basta con le vecchie logiche di partito, delle scelte fatte per fedeltà, opportunismi e raccomandazioni, dobbiamo liberare le amministrazioni e i luoghi decisionali da gente condannata o collusa o corrotta. Innanzitutto una nuova legge elettorale, di cui tutti parlano ma non ancora si definisce, potrebbe essere la prima scelta giusta da fare, e con urgenza. L’Italia oggi più che mai ha bisogno di gente seria, motivata e preparata ai posti di comando. C’è da augurarsi che le riforme istituzionali, che si stanno elaborando, consentano il cambiamento dell’intero sistema socio-economico, questa volta concretamente mirato a realizzare un servizio eticamente corretto e coinvolgente, nel rispetto del principio della partecipazione responsabile ed attiva alla vita e allo sviluppo del Paese. Insomma una politica a doppio senso, uno di andata e uno di ritorno, dove le esigenze dei cittadini più bisognosi siano l’obiettivo cardine e dove i risultati dell’agire politico, comunque vadano, ricadano sugli elettori e non sugli eletti. La svolta funzionerà se veramente il popolo italiano con un sistema costituzionale rivisto potrà de facto e non solo de iure esercitare la sua sovranità , libero di scegliere chi lo rappresenti, libero anche di mandare a casa gli inefficienti e i corrotti. Un percorso culturale responsabilmente battuto da tutti, dove non ci sia da una parte chi opera e dall’altra chi giudica. Si ricomincia tutti insieme con servizio, disponibilità e criteri di umana sussidiarietà. Per la ricostruzione occorrono presenze e risorse ben collegate al mondo politico, cittadini attivi e preparati, nessun silente o assente che vive di assistenzialismo e pensa sempre a chi gli può risolvere il problema. In tempi di profonda crisi tutti siamo chiamati a dare con generosità e senso civico un contributo, e chi più ha più deve dare. E’ una chiamata alla responsabilità di gente libera e forte per il bene comune. E noi italiani questa pagina di storia l’abbiamo già vissuta e ancora oggi ci rende orgogliosi. Per questo deve andare via il potere gestito a fini personali, le false ambizioni di carriera e le presenze assidue e fino a morte sopraggiunta, via i corrotti e gli inquisiti. Si fa spazio ai meriti, ai valori e alle idee, a persone corrette e dai comportamenti trasparenti, che sanno ricercare la verità in ogni situazione, al di là di ogni appartenenza o casacca politica. Occorrono politici liberi e credibili, testimoni davanti agli elettori a cui rispondere, capaci di intendere la politica come un puro servizio alla Stato , di avvertire la necessità di moralizzare i costumi e di svincolare il nostro Paese da ogni forma di condizionamento o oppressione. Questo progetto presuppone la volontà di cittadini provenienti dai corpi sociali, dell’esperienza di politici validi e sani, di competenze nei vari settori socio-economici, di nuove risorse e idee che convergano per la realizzazione di un nuovo piano programmatico, verso un centro politico non più moderato, bensì aggressivo e determinato. Infatti non è più possibile semplicemente parlare, mediare le posizioni, la ricchezza e la vitalità di un gruppo politico è nel dare spazio alle persone moralmente sane che sappiano trovare le strade idonee a generare sviluppo. Solo così si diviene credibili e forti, pronti poi ad aggregare le altre forze e a conseguire i consensi e le risorse, poi anche a dialogare con gli altri gruppi parlamentari. E’ una scelta difficile e coraggiosa che ha bisogno di persone diverse e di pensieri nuovi, purtroppo siamo ancora molto lontani dai fatti, temo che le prossime elezioni ci riproporranno il solito abito vecchio e stinto, ma apparentemente solo ben curato. Speriamo di poterci subito mettere in cammino per evitare tutto ciò.
Italia Buttiglione
Presidente associazione “ Donne più d’Europa onlus” )