Uno studio dell’Università di Porto (Portogallo), pubblicato su Food Research International, ha dimostrato che l’olio d’oliva, se cotto, perde le sue proprietà salutari e diventa sostanzialmente simile a qualsiasi altro olio di origine vegetale. Considerati i costi di questo pregiato frutto della natura, usarlo per cucinare sarebbe un vero spreco per le tasche dei consumatori.
L’olio d’oliva è un alimento fondamentale della dieta mediterranea ed è risaputo che esso è utile nella cura e la prevenzione di diverse patologie. Secondo i ricercatori, le proprietà benefiche dell’olio extravergine di oliva sono davvero tante: il suo uso abituale riduce la presenza di colesterolo LDL o “colesterolo cattivo” ed aumenta la percentuale di quello “buono”. Usare olio d’oliva, inoltre, diminuisce di circa il 30% la possibilità di infarto cardiaco e diminuisce anche la pressione arteriosa. I polifenoli e la vitamina E presenti in grandi quantità nel cosiddetto “oro giallo”, grazie alla loro azione antiossidante, contribuiscono a prevenire l’arteriosclerosi e rallentano l’invecchiamento delle cellule. Altri studi hanno dimostrato che esiste una relazione fra l’uso di olio extravergine di oliva e la riduzione di alcuni tipi di tumore, in primis quello al seno. Inoltre, stando alle statistiche, la mortalità dovuta ai tumori è più alta nei paesi del nord Europa rispetto ai paesi della zona mediterranea che fanno largo uso, appunto, di olio extravergine d’oliva.
I ricercatori dell’Università di Porto, quindi, pur confermando i grandi benefici dell’olio d’oliva, dal punto di vista nutrizionale, hanno dichiarato che i metodi di cottura usati spesso in cucina modificano il profilo chimico dell’alimento principe della dieta mediterranea. Quindi stop a fritture, cotture a microonde e a soffritti. Per non sprecare i suoi composti fenolici e antiossidanti, preziosi alleati della nostra salute, il consiglio degli esperti è quello di evitagli la cottura, preferendone un utilizzo a crudo.
Antonio Curci – curci@radiomadeinitaly.it