Iniziativa eco sociale di liberi cittadini
Incominciamo col dire che nel quartiere Japigia esiste (come in molti sanno) quella che definisco un “isola felice” costituita dalla Parrocchia di S. Marco.
Questo luogo di aggregazione “fisica” e “mentale” è gestita dal Parroco Don. Biagio. Persona a me molto cara, che mi onoro di conoscere, e che ogni volta che incontro oltre a trasfondermi serenità e pace, mi coinvolge in una serie di iniziative che riescono a provocarmi entusiasmo.
Attorno alla Parrocchia di S. Marco, ormai è noto da tempo, gravitano tanti fedeli, di ogni età ed estrazione sociale, che Don Biagio ha saputo coinvolgere con affetto e dedizione alla sua missione.
Da quartiere totalmente degradato e “dormitorio” Japigia, nel corso degli anni, anche grazie all’azione umana di Don Biagio, ha assunto una sua dignità che contraddistingue i suoi abitanti per inventiva, civiltà (quartiere pilota per la raccolta differenziata) e umanità.
Aggiungo solo che la S. Messa ascoltata a S. Marco è ogni volta è un regalo che ci si fa, un connubio di colori e suoni (specie d’estate quando l’altare è posto all’esterno tra ulivi e struttura dai colori mediterranei), tenerezza e solidarietà.
Tra le iniziative della S. Marco vi è quella di aver messo a disposizione un terreno, confinante, di circa 3000 mq, per consentire che un gruppo di liberi e volenterosi cittadini potessero “coltivare” il loro sogno di (appunto) coltivare la terra. L’orto sociale urbano.
Ciascuno di loro (all’inizio poche decine) hanno piantato (in gergo “messo a dimora”) piantine di frutta e verdura che avevano acquistato a loro spese. Ciascuno la sua piantina.
Dal momento che l’idea è così semplice quanto condivisa, è bastato il tempo che “la voce si diffondesse”, tanto che ora quella decina di persone si sono moltiplicate esponenzialmente.
Ho colto di persona la gioia e l’amorevolezza che traspare dai volti (e dal cuore) di ognuno di loro mentre curano ed assistono alla “crescita” della loro piantina e la gioia quando questa da i suoi frutti, mostrati come trofeo dell’anima.
Lo slogan che si è dato questo gruppo di cittadini è “da degrado alla coltivazione” e la finalità che si sono proposti è quella di “innescare un meccanismo di socialità”.
Il luogo, dovete sapere, è aperto a tutti ed è (per stessa loro definizione) “accarezzato e amato”.
Il gruppo, presente sul web con un blog (http://ortocircuito.blogspot.it/), è una fucina di iniziative e notizie. Presenti anche momenti di poesia, foto, iniziative varie.
Oggi il gruppo lancia un’iniziativa, di concerto con un gruppo di disabili del quartiere poggiofranco, per sistemare (cosa che pare sia stata già fatta) il terreno in modo che possa essere accessibile anche ai diversamente abili.
Tutti i materiali utilizzati sono riciclati.
Rifletto, in conclusione, sulla forza positiva dell’individuo ….
Edgardo Gallo – Avvocato