Abbiamo ricevuto la lettera della bioeticista, prof.ssa Italia Buttiglione, sul senso e significato della famiglia italiana. Nel rispetto delle diverse posizioni siamo disponibili ad aprire un dibattito sulle pagine del nostro giornale dando spazio ad ogni espressione del libero pensiero.
La redazione
La recente sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti dichiara incostituzionale l’istituto del matrimonio riferito solamente alla coppie eterosessuali, riconosce il diritto di unirsi in matrimonio anche alle coppie omosessuali, quindi alla famiglia naturale si aggiungeranno altre tipologie di unioni legalizzate. E’ una sentenza sconcertante che fa molto riflettere in quanto dalla giurisprudenza è partito un nuovo duro colpo alla famiglia, una minaccia che raccoglie tuttavia l’anelito al conseguimento di sconcertanti nuovi diritti sociali, veicolati dai media come conquiste civili in nome dell’ uguaglianza e della libertà. Insomma questa iniziativa, tutta di colore e sapore americano, da molti in Italia è stata considerata una svolta sociale di progresso e di civiltà. Tali valutazioni vanno fatte con molta cautela qui nel nostro Paese e non per effetto di intolleranze religiose o atteggiamenti discriminatori nei riguardi di pensieri e necessità diversi, ma per motivi legati al territorio, di natura culturale e storica, infatti il nuovo si accoglie solo quando è giusto e veritiero. Di fatto “la lezione americana” nasce all’interno di una società di recente formazione storica e di diversa genesi culturale rispetto a quella europea, è avallata da spinte che scaturiscono da una società pluralistica, plurietnica, ancora determinata da posizioni utilitaristiche, in coerenza con l’etica della rivoluzione americana e della sua successiva storia. Da noi, la proposta di legalizzare con il matrimonio le coppie omosessuali, concedendo loro tutti i diritti tributari, sanitari e pensionistici della famiglia, non può essere un modello, una conquista in nome dell’uguaglianza sociale. Infatti le unioni civili sono consentite dall’articolo 2 della nostra Costituzione che riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali. Avanzare nei diritti significherebbe dover procedere con i doveri assegnati alle famiglie eterosessuali e questo non sarebbe possibile per le intrinseche diversità delle due tipologie di unioni. Questo non vuol dire discriminare o evidenziare le differenze, ma consapevolmente acquisirle senza parlare di rinunce inesistenti. Certamente l’Istituto della famiglia è ben altra cosa, i Padri costituenti l’hanno concepita come unica cellula della nostra società, nasce come luogo del generare e dell’accogliere la vita e di educazione dei figli, luogo dove i genitori assumono, insieme ai diritti, i doveri nei confronti dei figli generati, per questo è tutelata dagli articoli 29 e 30 . Da noi l’unico argomento laico di equità sociale è la famiglia fondata sull’unione libera e responsabile di un uomo con una donna, perché solo questa attualmente è luogo di garanzia di sviluppo per la natalità, per i doveri e diritti che la riguardano. Tuttavia non si escludono e si accettano le altre forme di unione e per ogni tipologia di gender. La sfida in tal senso è tutta culturale ed etica e consiste nel combattere atteggiamenti di omofobia che producono discriminazioni e violenze nei riguardi degli omosessuali e del loro pieno diritto alla felicità. Anche in tale direzione la nostra giurisprudenza punisce severamente ogni forma di aggressione e di violenza all’integrità fisica e morale di tutti i cittadini. Quindi sul piano costituzionale e legislativo il vessillo del diritto alla libertà di scelta di unione sessuale è falso, il diritto alla convivenza è falso, mentre il diritto alla legittimazione della stessa non può esistere, occorrerebbe cambiare la nostra Costituzione.
Quando invece si raccolgono consensi su queste sentenze, si riflette sulla perdita del grande significato dei vincoli di sangue che solo la famiglia genera. Purtroppo da noi accade che queste notizie intercontinentali, estrapolate dalle posizioni di pensiero dei luoghi dove hanno origine, rivelano uno status culturale che ci appartiene, sempre più distante dal cogliere l’importanza di una famiglia con un padre e una madre naturale, che trasmette il passato e agevola il benessere dei figli, trasmette sensi di identità e di appartenenza, con il contributo della rete familiare a partire dai nonni, dagli zii e per giungere ai fratelli e sorelle. Oggi la crisi della famiglia italiana è tutta qui. Genitori assenti e figli soli sono la componente di famiglie che si spezzano e poi si allargano ad altri componenti, generando spesso forti disagi nei figli, invece del diritto alla loro realizzazione.
La svolta sociale, veritiera e giusta per noi, ha bisogno di paletti di sostegno in primis alla famiglia che se tiene e mantiene bene i suoi impegni crea natalità e sviluppo sociale. Tutto questo in nome non di forme di intolleranza ma del progresso del nostro Paese, che nel mondo globalizzato ha una sua identità da tutelare, proteggendosi da tutte le tentazioni fuori luogo e fuori tempo.
Italia Buttiglione
Bioeticista