Moody’s mette pressione a Renzi, mentre l’Ocse, vede una fase positiva. E così se l’agenzia di rating mette pressione a Renzi, l’organizzazione internazionale restituisce fiato all’azione di governo. Nel 2014 il Paese vedrà il proprio Prodotto interno lordo non salire come previsto dello 0,5%, ma scendere dello 0,1%, questo secondo l’agenzia di rating. E la recessione peserà sulla politica fiscale e sul clima politico. Peggio, in un report dedicato al nostro paese dopo il dato sul Pil del secondo trimestre, Moody’s scrive che la lentezza delle riforme e le lacune nella performance di bilancio probabilmente aumenteranno le tensioni con i partner europei, soprattutto con la Germania.
L’Ocse, stesso, però, non è dello stesso parere. Almeno a leggere il superindice pubblicato oggi secondo cui la situazione è in via di miglioramento e per l’Italia si sta delineando una fase “positiva”. Secondo l’organizzazione internazionale, la crescita nell’Eurozona conferma “uno slancio stabile”, ma se in Germania continuano i segni di una “perdita di slancio”, per l’Italia si delinea una fase “positiva”. E così il superindice Ocse di giugno, che per l’Eurozona è stabile (-0,04%), per la Germania vede un calo dello 0,23% su base sequenziale e per l’Italia un aumento dello 0,1%.
Tornando alle stime di Moody’s, il rapporto deficit/Pil 2014 e 2015 è visto al 2,7%, con rischi significativi di ulteriori revisioni al rialzo. Per quanto riguarda il rapporto debito/Pil, Moody’s lo stima al 136,4% quest’anno e al 135,8% nel 2015. Il potenziale effetto del bonus di 80 euro, che, si legge nel documento, essendo entrato in vigore soltanto a giugno potrebbe avere un impatto nella seconda parte dell’anno. Il bonus di cui hanno beneficiato i dipendenti a basso reddito “è una misura importante”, ma essendo entrata in vigore a giugno ha influito solo su uno dei tre mesi del secondo trimestre, rileva Moody’s. “I dati del secondo trimestre mostrano una debolezza dell’economia alquanto uniforme. Servizi, manifattura e agricoltura hanno dato un contributo negativo alla crescita, le esportazioni nette hanno frenato, mentre la domanda domestica è stata neutrale”, ricapitola l’agenzia nel rilevare che “l’italia sta usando la politica fiscale per stimolare l’economia, una strategia che finora non ha tenuto il paese fuori dalla recessione”.
A prova del ritardo e della lentezza italiana nel processo di riforme, però, Moody’s riporta anche un indice proprio dell’Ocse sulla “reattività alle riforme”. L’Italia è ultima tra i paesi periferici della zona euro, assieme all’Irlanda, con un indice pari a 0,6. Al “top” la Grecia che sfiora l’1,6, quasi il triplo rispetto alla penisola, davanti alla Spagna che è attorno all’1,5 e al Portogallo che è sull’1,3 circa.
Massimo Pellicani