“Dagli studenti la Puglia rinasce”. Diverse centinaia di studenti (3.000 per gli organizzatori) hanno partecipato a Bari alla manifestazione organizzata per chiedere una “carta di cittadinanza studentesca” e protestare contro la manovra finanziaria del Governo che “ignora i problemi degli studenti, non prevede maggiori risorse per il diritto allo studio né per la qualità della formazione o per la ricerca”. Il corteo barese si è mosso da piazza Umberto, dinanzi al’Ateneo, dirigendosi alla sede della Regione Puglia, in via Capruzzi. La manifestazione, organizzata in tutte le sei province pugliesi, è promossa da Rete della Conoscenza Puglia, Link e Unione degli Studenti.
“In Italia il diritto allo studio non è garantito – dicono gli organizzatori – nella manovra manca un cambiamento reale per i giovani. Tutti parlano di noi studenti ma nessuno parla con noi studenti, dalla Regione Puglia nessuna risposta strutturale. Scuole e università saranno in stato di agitazione permanente”.
Flash mob contro la proposta ‘scuole sicure’ , studenti ‘carcerati’ e con maschera Salvini
Uno studente con la maschera di Salvini sul volto, gli altri in tuta blu, come carcerati, e telecamere di cartone a sorvegliarli. Con un flash mob nelle vie del centro di Bari gli studenti baresi in corteo hanno manifestato contro la proposta “scuole sicure” del Governo. “Invece di rendere le nostre scuole sempre più aperte e inclusive – dicono – il ministro Salvini vuole trasformarle in carceri, tenendo gli studenti sotto controllo”.
Belle parole e senza dubbio bellissimi ideali, quelli che sono stati promulgati in piazza quest’oggi.
Peccato che tanta bellezza si scontri contro il muro dell’indifferenza e della ritualità. Le manifestazioni studentesche, non cittadine sia chiaro, hanno da secoli perso la verve che le distingueva un tempo. L’Unione degli Studenti, noto sindacato studentesco legato come Link alla Cgil, ha ammorbidito la linea distruttiva e corrosiva dello status quo preesistente. Da anni ormai la classica manifestazione di ottobre, seguita spesso da un’altra a novembre, appare un mero rito che fomenta i più goliardici e lascia spazio alle parole di genitori e professori scettici. Terminate queste due tappe annuali e costanti, la narrazione “ribelle” della classe degli studenti si iberna, per poi ritornare al prossimo autunno. Tanto nascono malcontenti ad ogni governo, no?