È morto nella serata di ieri nella sua casa di Roma il cantautore Jimmy Fontana nome d’arte di Enrico Sbriccoli, secondo quanto comunicato dal suo agente, Pasquale Mammaro.
Fontana avrebbe compiuto a novembre 79 anni il prossimo 13 novembre ed era malato da tempo.
Nato a Camerino, Contrabbassista e attore, conobbe il periodo di massimo successo negli anni ‘60. Noto soprattutto per i suoi pezzi di musica leggera, ma nasce in realtà come jazzista, impara da autodidatta a suonare il contrabbasso e inizia a frequentare l’Hot Club di Macerata, dove si esibisce con complessi di alcuni amici. Conseguito il diploma in ragioneria, si trasferisce a Roma e si iscrive alla facoltà di Economia e Commercio. Inizia a frequentare i jazzisti della capitale, collaborando con la Roman New Orleans Jazz Band, in breve abbandona l’Università per dedicarsi a tempo pieno alla musica, iniziando anche a cantare, scegliendo il nome d’arte Jimmy Fontana (Jimmy in omaggio al sassofonista Jimmy Giuffre, di cui è ammiratore, Fontana viene scelto a caso dall’elenco telefonico). Ed è a Roma, che incide i primi brani con la Flaminia Street Jazz Band e poi come Jimmy Fontana & His Trio.
Sono appunto gli anni ‘60, gli anni d’oro per Jimmy, quando anche la vita privata cambia grazie al matrimonio con Leda e poi alla nascita di quattro figli. Ma ha una svolta soprattutto la carriera artistica: da solista si avvicina alla musica leggera e incide i suoi più grandi successi. Prima con “Bevo” nel 1960 vince il Burlamacco d’Oro, l’anno dopo debutta a Sanremo con Miranda Martino con il brano “Lady luna”, scritto dal maestro Armando Trovajoli e da Dino Verde. È interprete, insieme con Gianni Meccia, di “Cha cha cha dell’impiccato” e “Non te ne andare”.
Intrapresa la carriera solista e avvicinatosi alla musica leggera, ottiene un nuovo contratto con la Hollywood (etichetta della Meazzi), ottenendo un buon successo con Diavolo, pubblicata anche in Spagna (tradotta in Diablo), che si classifica al terzo posto al Festival di Barcellona. Nel 1960 vince con Bevo il Burlamacco d’Oro, concorso musicale che si tiene a Viareggio.
Nel 1965 ottiene il suo più grande successo con “Il mondo”, con testo di Gianni Boncompagni, la musica scritta in collaborazione con Carlo Pes e l’arrangiamento curato da Ennio Morricone, canzone in gara a Un disco per l’estate 1965 che viene poi interpretata anche da molti artisti internazionali in diverse versioni (fra le altre si segnala quella, con il titolo de El Mundo, del gruppo musicale spagnolo specializzato in cover, Los Catinos e soprattutto quella interpretata dalla voce d’oro di Praga Karel Gott con il titolo “Jen v Maji”).
Nel ‘71 scrive l’altro suo grande successo, “Che sarà”, che in poco tempo scala le classifiche non solo italiane, anche grazie alle versioni in spagnolo e inglese di José Feliciano. Fontana non riesce però nell’intento di portare il brano a Sanremo, costretto a piegarsi alla decisione della sua etichetta, la Rca, di farla cantare agli emergenti Ricchi e Poveri: è uno smacco per il cantautore, che si allontana dalle scene per lungo tempo, ritirandosi a Macerata prima di tornare a cantare, ma senza raggiungere i successi precedenti, tra la fine degli anni ‘70 e i primi anni ‘80.
Deluso dalla vicenda di Che sarà, pur continuando ancora ad incidere, non ottiene più il successo del decennio precedente, per cui per alcuni anni interrompe del tutto l’attività, trasferendosi a Macerata, città in cui apre un bar che gestisce per cinque anni. Ritorna nel 1979 con Identikit (sigla della serie televisiva Gli invincibili) che riscuote un discreto successo, confermato poi da “Beguine”, una canzone che viene presentata con buon successo al Festival di Sanremo 1982, e che ha una particolarità: la musica nasce da una delle prime melodie scritte dal figlio Luigi, che poi lo accompagnerà, come collaboratore musicale, pianista e cantante. Ciao Jimmi.
Massimo Pellicani