Il 13 maggio, alle 19,00, presso la Mediateca Regionale Pugliese (Bari, via Zanardelli, 30), Claudia Attimonelli (Università Aldo Moro di Bari / Mediateca Regionale Pugliese), e Vincenzo Susca (Università Paul Valéry, Montpellier / Cahiers Européens de l’imaginaire), presentano il libro di Ilaria Palomba: Io sono un’opera d’arte. Viaggio nel mondo della performance art (Edizioni dal Sud, 2014). durante la presentazione verranno proiettati stralci del documentario Human Installation sulle performance di body-art di Kyrahm e Julius Kaiser, due tra le artiste contemporanee intervistate all’interno del libro. A seguire una performance dell’artista Miguel Gomez (pittore e performer).
“Io sono un’opera d’arte” è un viaggio sociologico e filosofico nelle viscere dell’arte, a partire dal concetto di postmoderno e post-umano, per poi intraprendere un percorso che va dalle avanguardie storiche all’underground contemporaneo. Composto di una prima parte teorica, che attraverso i seminari di Michel Maffesoli su Réalité, Réel, “Réal”, incontrano le teorie di Perniola, Bataille, Deleuze, Baudrillard; e di una seconda parte d’indagine sul campo, con descrizioni di performance e interviste ad artisti più e meno conosciuti: da Franko B a Kyrahm e Julius Kaiser, da Marco Fio-
ramanti ad Antonio Bilo Canella, e molti altri. Il saggio si prefigge l’obiettivo di dimostrare come nel sentire artistico contemporaneo le distanze tra artista, opera e fruitore siano annullate.
«Attenzione all’interiorità e all’immaginario, palingenesi di valori premoderni e tribali, naître-avec, frammentarietà e antinarratività del discorso artistico, queste sembrano essere le caratteristiche delle arti performative postmoderne. Dall’improvvisazione teatrale alla body art, dalla performance art alla gender art, c’è in ogni caso un sentire condiviso, una messa in gioco di un sentire comune, un’etica dell’estetica e una valorizzazione del corpo vissuto in maniera del tutto nuova, rispetto alla modernità. Dal piercing al tatuaggio, dagli aghi dell’artista Ron Athey alla body suspension, dal teatro della crudeltà di Artaud alla Performazione, non si può ignorare che un nuovo modo di comunicare, insieme pre- e postmoderno stia nascendo, o meglio rinascendo, e faccia di questi artisti avanguardie e dei loro corpi opere d’arte.»
Fabia Tonazzi