“Pur essendo vecchia di 30 anni – prosegue Piva-, la storia di Santa ci dimostra che è ancora una vicenda purtroppo molto attuale. Un premio che va certamente alla famiglia di Santa, spina dorsale del documentario che sta portando avanti la memoria di Santa e di questa vicenda, una tragedia che si sarebbe potuta evitare”.
Alle parole di Piva, si aggiungono quelle Rosa Maria Scorese, sorella di Santa Scorese, presente al Festival di Roma per portare la sua testimonianza: “Sono incredula perché non ho fatto in tempo a metabolizzare che sia passato un messaggio così importante con questo straordinario veicolo che è il cinema. Da sempre ho pensato che era un percorso possibile perché questa storia potesse lanciare un messaggio non tanto per noi, ma per tutti. È necessario creare una cultura nuova riguardo al rispetto di genere. Non solo quindi rispetto per le donne ma per tutti i generi. Perché non si creino più occasioni di sofferenza come quella che è toccata a Santa in primis e a moltissime famiglie italiane e perché si guardi anche a chi resta così come ha fatto Alessandro”.
“Santa subito” è la storia di Santa Scorese. La sera del 15 marzo 1991, al rientro a casa, Santa viene accoltellata a morte dal suo persecutore, davanti agli occhi impotenti dei genitori e di una società all’epoca impreparata ad affrontare i reati di genere e lo stalking. Aveva ventitré anni. Lei, giovane attivista cattolica della provincia di Bari, per anni aveva subito le morbose attenzioni di uno sconosciuto molestatore, senza mai mettere mai in discussione la sua vocazione all’aiuto del prossimo e il suo percorso spirituale. Un reato di stalkeraggio prima che esistesse la parola “stalker” e lo stesso reato.
“Santa Subito” è uno dei dieci titoli prodotti attraverso il “Social Film Fund con il Sud”, progetto promosso e prodotto da Apulia Film Commission e Fondazione con il SUD.
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