Quando Don Chisciotte della Mancia decide di intraprendere il suo goffo viaggio per salvare il mondo, una cosa ritiene imprescindibile perché il suo percorso sia completo: fare una promessa d’amore. Ed ecco che Cervantes ce lo descrive in preda ai sentimenti quando vede una piccola locandiera, di ceto basso, a cui dichiara amore eterno, come ad una principessa. Il messaggio simbolico dell’autore attraverso queste parole è palese: non si può intraprendere un percorso, anzi, non si può salvare il mondo, se non si è innamorati. Qui si snoda la follia di Don Chisciotte. Non nei libri. Ma nell’amore. Il nostro cavaliere è pazzo d’amore per la vita, che vuole salvare dalla malvagità moderna.
In questo discorso di apparente “alta” filosofia, vorrei collocare un argomento che di astratto e metafisico ha ben poco. Il 13 novembre è un giorno rilevante, dal momento che coincide con la Giornata mondiale della gentilezza. Una ricorrenza probabilmente sconosciuta alla nostra epoca, la quale si regge sulla competizione, la sopraffazione e la forza. Valentina D’Urso, docente di psicologia generale all’Università di Padova ha malinconicamente affermato: «In questi ultimi anni dominano valori come successo, soldi, potere». La gentilezza, “intesa come amorevolezza e generosità, ma anche come buone maniere” ha perso il suo ruolo da direttrice cardine di ogni rapporto sociale, cosa che Don Chisciotte cercava di recuperare. “Al contrario chi ha successo e denaro lo fa pesare non accettando le regole della gentilezza: formale (non esibire) ed emozionale (non umiliare)”.
Eppure la scienza, ci consiglierebbe ben altro. Numerosi, infatti, sono gli studi al riguardo, e tutti si mostrano concordi nell’affermare quanto la gentilezza ci faccia bene. Secondo la “National Institute on Aging di Baltimora”, avere un temperamento aggressivo e violento aumenterebbe il rischio di avere infarti o ictus. Sono stati presi in esame, infatti, 5.614 individui. Dallo studio è emerso che chi adotta spesso comportamenti molto competitivi e stressanti, presenta un ispessimento della carotide, accentuando di molto il rischio di arresto cardiaco.
Non è finita qui. Michael Tews, ricercatore della Pennsylvania State University, ha messo in luce che chi si occupa di selezionare il personale per i ristoranti predilige sempre le personalità più gradevoli, mettendo in secondo piano altre virtù quali l’intelligenza e le abilità tecniche. Jonathan Bohlmann, della North Carolina State University, ha analizzato che i membri di una squadra, se trattati bene dal leader, rendono meglio nei risultati. “La percezione di essere trattati bene aumenta il coinvolgimento e porta a un impegno continuo nel futuro”: spiega il professore.
Per non parlare delle neuroscienze e della loro esplorazione nel mondo della mente. I neuroni specchio, infatti, sono alla base dei rapporti di reciprocità che determinano le relazioni umane. Come spiega Daniela Mapelli, docente di neuropsicologia all’Università di Padova: «Grazie ai neuroni specchio gli esseri umani sono predisposti a imitare l’azione e a cogliere le emozioni degli altri. Quindi, se ho di fronte una persona che sorride, i neuroni specchio mi spingeranno a imitare questo tipo di comportamento e sarò ben disposto. Ma la contagiosità dipende anche dall’apprendimento: se mi hanno insegnato a essere ben educato, io metterò in atto quel comportamento con una frequenza elevata».
Con un’educazione alla gentilezza sin da bambini, pertanto, si può sferrare un duro colpo alla violenza smodata che regna nel mondo moderno. Bullismo, intolleranze ed orgogli personali soccomberebbero, o comunque si ridimensionerebbero, con la forza dell’amorevolezza e della generosità. Siamo sicuri che quella di Cervantes era proprio alta filosofia? O si tratta, piuttosto, della calce che sedimenta i nostri rapporti più comuni e concreti? Ai meno attenti dico che Don Chisciotte col suo amore voleva salvare il mondo, non l’iperuranio; anticipando, prevedendo quanto poi la scienza ha solo confermato. Sedimentiamo i rapporti, siamo innamorati.