Cosa fareste se vi venisse offerta la possibilità di tornare indietro nel tempo e riscrivere la storia? Per impedire che si verifichi un evento epocale come l’assassinio di J.F. Kennedy, che nell’immaginario collettivo corrisponde al momento della “perdita dell’innocenza”, a partire dal quale l’America non è stata più la stessa? È quello che si chiede il protagonista dell’ultimo, avvincente romanzo di Stephen King, 22/11/63 (Sperling & Kupfer, € 23,90), che si ritrova, complice il retrobottega di una tavola calda, catapultato nel 1958, in un passato che, nelle parole dello scrittore, assume il contorno nostalgico di una sorta di mitica età dell’oro, dove la birra è vera birra e l’aria non è (ancora) appestata di smog, in cui è possibile acquistare una macchina o addirittura una casa senza l’intermediazione, a tassi da strozzinaggio, delle banche. Con lo scopo principale, ma non l’unico, di impedire l’assassinio del più giovane presidente degli Stati Uniti, l’uomo che prestò il suo volto sorridente e sfrontato ai sogni di un’intera generazione. Il problema è che Jake, il protagonista del libro, non ha fatto i conti con le possibili conseguenze del suo gesto (il cosiddetto “effetto farfalla”), che, come reazioni incontrollabili e concatenate di portata planetaria, metterebbero a rischio la realtà stessa, e con una elementare, quanto terribile, verità: il passato non vuole essere cambiato. King ci conduce per mano in questo romanzo che si snoda agilmente tra viaggi nel tempo, gangster, fast food, incontri di pugilato e balli scolastici al ritmo di rock & roll, in cui c’è anche spazio per l’amore tenero e struggente, sullo sfondo inquietante della Guerra Fredda in cui già incombe la crisi dei missili di Cuba, e lo fa con la consueta maestria, senza farci minimamente pesare le sue quasi 800 pagine; anzi, quando si arriva al finale (uno dei più belli ed emozionanti usciti dalla sua penna), si vorrebbe che la storia andasse avanti, che ci facesse compagnia ancora e ancora. È quello che succede ai capolavori. Per concludere: un romanzo degno del miglior King, quello del lontano passato per intenderci (e per restare in argomento). Consigliatissimo ai fan del Re, ma non solo. Per chi ha voglia di partire per un viaggio indimenticabile, fuori dal tempo, dritto nel cuore dell’America più giovane e vera.
nicola papa