Ascoltare il fruscio del vento tra le foglie, vedere sbocciare un fiore per i malati di cancro possono diventare molto più che un semplice passatempo. Nei reparti di oncologia la cura più nuova è in giardino, perché il contatto con la natura, secondo studi recenti, favorisce la guarigione e riduce l’uso dei farmaci. Una vera e propria terapia dunque. Gli studi sono stati pubblicati su autorevoli riviste scientifiche come British Medical Journal o Lancet Oncology sulla base di esperienze fatte all’estero e anche in Italia. Da noi c’è un giardino terapeutico nella Divisione di oncologia dell’ospedale Niguarda di Milano: è ampio e sospeso, con panchine colorate e tante piante, meli, gelsi, allori che fioriranno e daranno i loro frutti tutto l’anno. I malati possono trascorrere del tempo lì anche assieme ai loro amici e parenti durante gli intervalli tra i cicli di chemioterapia: il contatto con la natura aiuta il malato a pensare che la vita non è solo in ospedale, regalando momenti di pace.
Il verde, dicono gli esperti, è un potente antistress e aumenta la produzione di ormoni del benessere nel nostro organismo, come la serotonina e la melatonina. Prendersi cura delle piante aiuta inoltre a distrarsi dal pensiero fisso della malattia. Nel dipartimento di oncologia dell’ospedale di Carrara, dove esistono due giardini terapeutici da dieci anni, è stata fatta una ricerca, esaminando 434 pazienti. È emerso che grazie a questi spazi verdi il consumo di antinfiammatori è dimezzato ed è calato anche quello di ansiolitici e antiemetici. Speriamo nascano presto altre realtà come queste.
Ilaria Delvino