Una nuova strategia terapeutica insieme ad altre molecole già esistenti per dare una speranza in più a chi soffre di Sclerosi Multipla
Il toccasana per ridurre l’incidenza di ricadute nella Sclerosi Multipla Recidivante Remittente (Smrr) proviene dall’utilizzo di un farmaco, il glatiramer acetato 40mg/1mL se somministrato per via sottocutanea tre volte la settimana nell’arco di 12 mesi. A dimostrare la valenza di questo medicinale è stato uno studio della Teva, la società produttrice del farmaco, denominato Gala, presentato a San Diego in occasione del congresso dell’American Academy of Neurology e pubblicato sulla rivista specializzata Annals of Neurology. Il glatiramer acetato di norma è somministrato giornalmente nella preparazione da 20 mg, ma se questa non fosse ben tollerata dal paziente, si può ridurre e optare per un trattamento che prevede iniezioni da 40 mg, 3 volte a settimana.
Il primo autore dello studio, Omar Khan, neurologo della Wayne State University di Detroit, ha dichiarato che alcuni pazienti non tollerano il farmaco giornalmente perché può provocare una lipoatrofia eccessiva o troppe reazioni nella sede delle iniezioni. Khan, in questi casi consiglia di sottoporre il paziente a una terapia a giorni alterni, comunque efficace, piuttosto che rinunciare ad un farmaco così importante.
Lo studio GALA ha coinvolto oltre 1400 pazienti con SM recidivante-remittente, di cui 943 trattati con iniezioni di glatiramer acetato 40 mg per via sottocutanea tre volte alla settimana e 461 con iniezioni di placebo.
Il trattamento testato si è dimostrato più efficace del placebo nel ridurre le ricadute. Infatti, nell’arco di 12 mesi di terapia, il tasso su base annua di recidiva è risultato pari a 0,331 nel gruppo glatiramer acetato contro 0,505 nel gruppo placebo, con una riduzione del 34,4%. Allo stesso modo, il numero cumulativo di lesioni nuove o ampliate è stato inferiore del 34,7% nel gruppo in trattamento attivo.
Anche se nel trial non è stato fatto un confronto diretto tra i 20 mg giornalieri contro i 40 mg tre volte alla settimana, Khan ha osservato che la dose cumulativa settimanale è simile per entrambi i regimi e che la risposta osservata nel gruppo 40 mg è stata paragonabile a quella prevista con i 20 mg/die.
Gli effetti collaterali più comuni sono stati l’arrossamento nel sito di iniezione, il prurito, il dolore e la cefalea. I pazienti che hanno lasciato lo studio sono stati l’8,9% nel gruppo trattato col farmaco e il 6,7% nel gruppo placebo.
Il famoso neurologo ha affermato: “La terapia fatta a giorni alterni ha mostrato molti vantaggi, come ad esempio il minor numero di reazioni nel sito di iniezione, senza alcuna differenza dal punto di vista immunologico tra i due regimi”.
Antonio Curci – curci@radiomadeinitaly.it