«Ehi Biondo, lo sai di chi sei figlio tu? Sei il figlio di una grandissima putt…» (l’urlo del coyote copre le ultime sillabe pronunciate da Tuco e introduce il leggendario tema musicale composto da Ennio Morricone per Il buono, il brutto e il cattivo).
Basterebbe la sequenza finale del film di Sergio Leone a rendere immortale la carriera di Eli Wallach che ci ha lasciati alla veneranda età di 98 anni. Una vita intera dedicata all’arte della recitazione, tripartita tra cinema, teatro e televisione.
Nato a New York il 7 dicembre del 1915, Eli Wallach è stato il protagonista di indimenticabili western americani, lavorando in pellicole come I magnifici sette di Sturges, Gli spostati di Huston e La conquista del West di Ford. La sua maschera furbesca e così caratteristica colpì Sergio Leone che lo volle, al fianco di Clint Eastwood e Lee Van Cleef, per il terzo capitolo della Trilogia del dollaro nella parte di Tuco Benedicto Pacifico Juan Maria Ramirez detto “il porco”, ovvero “il brutto” del famoso titolo. Questa fortunata collaborazione aprì a Wallach la strada degli spaghetti western: Giuseppe Colizzi lo chiamò per I quattro dell’Ave Maria con Bud Spencer e Terence Hill; Duccio Tessari gli affiancò Franco Nero in Viva la muerte…tua!, mentre Sergio Corbucci lo schierò insieme a Giuliano Gemma e Tomas Milian in Il bianco, il giallo, il nero.
Il legame con il cinema italiano è continuato con registi del calibro di Bruno Corbucci, Carlo Lizzani e Alberto Bevilacqua. Nel 1990, il regista di origini italoamericane Francis Ford Coppola ingaggiò Wallach per Il padrino – Parte III, facendogli interpretare il ruolo del capomafioso Don Altobello.
La carriera di Eli Wallach, infine, è stata coronata dal Premio Oscar onorario, assegnatogli nel 2011 dall’Academy con la seguente motivazione: «per una vita piena di personaggi indimenticabili».
Giovanni Boccuzzi