«Non dire nulla a papà, ti prego. Ti prego». Queste sono le accorate parole di una teenager che, in lacrime e disperata, confida a sua madre l’errore commesso. Si tratta di un video hot, girato con leggerezza, che ora rischia di diffondersi, come un batterio killer, rischiando di intrappolare una quattordicenne in una “gabbia” di vergogna, sessismo e cyberbullismo. Così, la fanciulla ha potuto vomitare alla genitrice una verità che l’ha tenuta in ansia per giorni, non permettendole neanche di dormire.
Il tutto è accaduto ad Acerra, nella parte settentrionale della provincia di Napoli, dove, da un gioco tra giovani, la situazione si è trasformata nell’occasione perfetta per rendere una ragazzina, di soli quattordici anni, protagonista di un video hot e svariate fotografie che la ritraggono seminuda. Tempestiva è stata la denuncia da parte dei genitori, spaventati per le terribili conseguenze della diffusione di questi file. Prima che questi possano diventare virali, infatti, essi si sono rivolti immediatamente ai militari della compagnia di Castello di Cisterna, i quali si adopereranno a setacciare il web per cercare tracce del filmato.
Eppure, non è certamente questo il primo caso in cui si consumano atti di cyberbullismo. Basti ricordare la situazione nella quale si ritrovò Tiziana Cantone, una donna napoletana che non resistette alla “gogna” virtuale. Lei non solo fu obbligata, per le critiche e gli insulti, a cambiare città e lavoro, ma finì col togliersi la vita. La sua persona non aveva retto la pressione psicologica a cui era sottoposta, ed aveva più di trent’anni. Si immagini, ora, la personalità già di per sé difficile e debole di un adolescente. È in queste occasioni che il sessismo la fa da padrona.
Tra i ragazzini regna l’omertà. Tuttavia, gli inquirenti sono all’opera per interrogare i compagni di scuola e, nel caso, controllare qualche telefono cellulare, pur di arrivare ai responsabili. L’obiettivo, però, è chiaro: capire se questo sia un caso o un macabro rito della scuola in questione.