Dopo la prima espulsione di un proprio parlamentare da parte del movimento stellare(l’articolo, per chi non avesse seguito, si trova quì: http://www.radiomadeinitaly.it/notizie/?p=44181) un’altra sciabolata verso il tanto pubblicizzato “distacco” rispetto al modus operandi dei partiti tradizionali viene da una recentissima news: nonostante il Beppe nazionale e l’annesso guru avessero consigliato anzi richiesto ai propri delfini degli emicicli di rinunciare alla diaria (quota di retribuzione aggiuntiva, a vario titolo, rispetto allo stipendio base dei parlamentari) il consiglio degli eletti ha approvato a maggioranza di invece trattenere la predetta nelle proprie disponibilità.
Evidentemente il neonato movimento, dopo l’arrembaggio al “vascello parlamentare” sospinto a furor di popolo da parte del popolo stesso che pareva incitarne a gran voce l’ammutinamento, si è affezionato all’odore di cuoio delle poltrone ed annessi e connessi fissi e variabili incentivi.
Niente di nuovo sotto il cielo, se non l’ennesima riprova che a spegnere le fiamme di ogni rivoluzione a bordo di qualsiasi vascello è sufficiente spesso qualche secchiata di acqua profumata che copra altri ben noti miasmi e qualche salsiccia e annessa pagnotta.
Una volta sul ponte ufficiali, insomma, alla diaria di bordo difficilmente si rinuncia.
L’impressione è che si tratti dell’ennesimo fuoco di paglia, con una avversione al sistema solo a livello propulsivo, pronta al trasformismo tante volte già visto. Tanto meglio allora, probabilmente, riflettere sul senso vero della politica e sui principi che hanno fatto nascere il sistema retributivo parlamentare ovvero fornire a chiunque l’opportunità, senza vincoli lobbystici, di rappresentare una parte della collettività in sede decisionale; se ci si pensa a fondo, cosa giustissima a voler prendere posizione con il coraggio di chiamare le cose col loro nome, senza farsi sospingere a bordo delle sale di comando da alte maree di ipocrisie e cordate di fomentato populismo di bassissimo tenore per poi giungere, analizzando alla fin fine lo spessore degli eletti e la loro capacità di tenere il timone, ad un scarsissimo valore aggiunto, visto che il vascello continua a scarrocciare.
Allora, se deve essere davvero vento di cambiamento, che venga e subito un migliore buon vento , questo è l’augurio migliore al vascello Italia.
Roberto Loporcaro
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