Antonia Gambacorta 49 anni, premiata ieri a Greenbelt, negli Stati Uniti, con il prestigioso premio “Nasa Goddard 2023 for Outstanding Science” .
“Da ragazza ho partecipato a molti campi internazionali. Ricordo per esempio quando accogliemmo i profughi curdi a Bari o i bosniaci a Giovinazzo, a metà degli anni Novanta, le manifestazioni per la pace e le prime mobilitazioni contro il cambiamento climatico”. Non è il primo premio scientifico che la fisica barese ha ricevuto in questi anni per le sue attività che hanno contribuito a migliorare le previsioni atmosferiche o ad affinare le ricerche satellitari sull’evoluzione del pianeta. Ma lei resta sempre quella ragazza d’un tempo che zaino in spalla aiutava i migranti a fuggire dagli orrori della guerra, la pacifista che raccoglieva le firme per mettere al bando le mine antiuomo, con Michele Cecere e altri amici baresi.
Poco abituata alla fama, si sottopone agli sfottò dei familiari, che la ritraggono, dopo la premiazione, con una guantiera di dolci: “L’illustre scienziata barese si appresta a festeggiare con i pasticcini di Martinucci. Il cervello può anche essere un fuga. Ma le papille gustative sono saldamente a piazza Mercantile…”. In Italia, in Puglia, ci tornerebbe volentieri, se ci fosse la possibilità: “Quando sono partita, lasciare la mia famiglia e gli splendidi amici che avevo a Bari, è stato un sacrificio doloroso. Ricordo di aver stretto forte la mano a tutti i miei cari, con la promessa che presto sarei tornata…”.