Il 9 luglio l’Assemblea dei soci ha approvato il bilancio civilistico ed il bilancio consolidato del gruppo Acquedotto Pugliese al 31 dicembre 2013.
Il bilancio consolidato presenta un utile netto 2013 pari a Euro 36 milioni, ammortamenti ed accantonamenti per complessivi Euro 115 milioni ed imposte per Euro 30 milioni.
L’utile 2013 è sensibilmente superiore a quello del 2012 (17 milioni di euro) in conseguenza dell’entrate in vigore del nuovo metodo tariffario stabilito dall’Autorità Garante per l’Energia Elettrica, il Gas ed il Servizio idrico Integrato (AEEGSI) che, in base al principio del full cost recovery, prevede l’imputazione di competenza al 2013 di una quota di ricavi che saranno finanziariamente conseguiti solo negli anni successivi. La mutata impostazione contabile ha determinato un incremento dell’utile di esercizio 2013 (rispetto alla precedente metodologia di calcolo) per circa 23,1 milioni di Euro, con incremento anche delle relative imposte, a detrimento – naturalmente – degli esercizi futuri, nel corso dei quali tali importi saranno effettivamente incassati.
Tale utile, così come quelli conseguiti negli anni precedenti, sarà destinato per almeno il 90%, ad una maggiore patrimonializzazione della Società, a sostegno della realizzazione di investimenti e del miglioramento della qualità del servizio, così come esplicitamente previsto dallo Statuto sociale.
Il valore della produzione presenta un incremento di circa Euro 21 milioni rispetto a quello del 2012, conseguenza degli effetti sui ricavi del nuovo metodo tariffario per 12,3 milioni, all’incremento tariffario per Euro 8,4 milioni, ed all’incremento dei contributi su investimenti e su costruzione allacci e tronchi per gli interventi eseguiti.
I costi diretti di gestione si sono ridotti di 1,4 milioni di Euro per minori costi di materie prime per prodotti chimici e materiale di consumo e minori costi di energia, nonostante i maggiori costi per la gestione degli impianti di depurazione.
Il costo del lavoro è in linea con quello del 2012 ma in termini percentuali rispetto al valore della produzione presenta una minore incidenza (18,94% rispetto al 19,93% del 2012).
Il margine operativo lordo migliora, passando da un’incidenza sul fatturato del 31,14% nel 2012 al 33,86% nel 2013, così come l’utile operativo netto che passa dal 6,67 % nel 2012 al 9,87% nel 2013.
Si evidenzia che negli accantonamenti, anche nel 2013 così come già avvenuto nel 2012, AQP ha stanziato la quota FoNI per le utenze deboli secondo quanto deliberato ad aprile 2013 dall’Autorità Idrica Pugliese (AIP). Il fondo ammonta al 31 dicembre 2013 ad Euro 20,9 milioni (Euro 13,4 milioni al 31 dicembre 2012).
Gli investimenti realizzati nel 2013, al lordo dei finanziamenti con fondi pubblici, ammontano a Euro 144,3 milioni (circa 139 milioni di Euro nel 2012). In conseguenza degli investimenti realizzati nel 2013, l’indebitamento netto è cresciuto e la posizione finanziaria netta è peggiorata di 29 milioni, attestandosi a 238 milioni.
Nei prossimi anni si prevede che l’indebitamento continui a crescere sia a seguito degli investimenti da realizzare, che subiranno ulteriori incrementi per l’adeguamento degli impianti di depurazione, sia a causa del nuovo metodo tariffario, che prevede il ristoro in tariffa degli investimenti dopo due anni dalla loro realizzazione.
Tenuto conto della breve durata residua della concessione di gestione del SII nell’ATO Puglia (scadente nel 2018), non è possibile allineare i tempi di rimborso dei finanziamenti a quelli di rientro degli investimenti realizzati. Conseguentemente, AQP deve far fronte alle esigenze finanziarie o con finanziamenti a medio-breve termine o con prestiti che prevedano una scadenza entro il 2018, ovvero che siano rimborsabili sul terminal value della concessione, come quello di 200 milioni di € richiesto dall’Autorità Idrica Pugliese alla Regione Puglia.