Incontro uno dei soci fondatori dell’Associazione di Cittadinanza Attiva, Annarosa Pulito:
- Quando, e come, nasce l’esperienza di “Anche Noi”?
L’associazione di cittadinanza attiva “Anche Noi”, nasce a giugno del 2006 in concomitanza con il referendum per la Costituzione, in quanto emerse in quel periodo, in maniera evidente, lo scarso coinvolgimento dei giovani nella partecipazione alle scelte “politiche” del Paese. Un gruppo di persone impegnate in campo educativo, sociale e istituzionale hanno dato vita ad un’esperienza di confronto e interazione per stimolare e sensibilizzare i giovani baresi alla partecipazione e alla cittadinanza attiva, sulla base dell’articolo 118 della Costituzione secondo il quale “Stato, Regioni, Città, Province e Comuni favoriscono la libera iniziativa dei cittadini, singoli o associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà”.
Quindi chi può ritenersi “cittadino attivo”?
I cittadini attivi sono persone che assumono nei confronti della collettività doveri ulteriori rispetto a quelli che comporta normalmente lo status di cittadino, cercando di dare risposte non solo ai propri problemi, ma anche a quelli che riguardano tutti gli altri. Cittadini e amministrazioni, dunque, devono collaborare per risolvere i complessi problemi della nostra collettività mettendo a disposizione le proprie risorse, cooperando per una società migliore, per risolvere problemi di interesse generale.
In che modo i giovani cittadini diventano protagonisti delle vostre iniziative?
Partendo dalla loro condizione di studenti. Perché l’apprendimento non deve essere fine a se stesso ma deve essere contestualizzato nella realtà locale per poter fornire ai ragazzi esperienze e competenze per contribuire al miglioramento dell’ambiente in cui vivono. Per il secondo anno consecutivo, per esempio, abbiamo portato a termine il progetto “A.A.A. FUTURO CERCASI”.
Brevemente: di che si tratta?
Il progetto “AAA: futuro cercasi” ha coinvolto, quest’anno, circa 400 studenti delle classi terminali del I.I.S.S. “Marco Polo” e “P. Calamandrei” di Bari, a cui è stata offerta la possibilità di incontrare, con un approccio chiaro e non “mediato”, realtà imprenditoriali del territorio e rappresentanti dell’università. Gli incontri hanno rappresentato il momento conclusivo di un percorso in cui gli studenti partecipanti hanno potuto riflettere sulle proprie aspirazioni e valorizzare le proprie competenze. Molti ragazzi in uscita dalle scuole superiori sono sostanzialmente “sbandati” nel momento in cui devono operare le scelte che determineranno la loro vita. Il progetto vuole puntare sull’uso delle nuove tecnologie, in modo particolare dei Social Network con lo scopo di motivare gli studenti ad una consapevole scelta del proprio futuro e canalizzare le loro energie in attività gratificanti. Inoltre, agli studenti, è offerta la possibilità di confrontarsi con esperti e responsabili del mondo dell’Università e del Lavoro. All’incontro che si è tenuto sabato 21 aprile, all’istituto “Marco Polo”, erano presenti docenti delle facoltà di Medicina, Giurisprudenza, Chimica, Economia, Lingue e Scienze Motorie pronti a chiarire ogni dubbio o perplessità dei ragazzi. Per il mondo del lavoro erano invece presenti testimoni di esperienze diverse: la dott.sa Elisa Capozzi, consulente di marketing, una responsabile dell’agenzia ADECCO SPA che si occupa di selezione del personale e membri dell’Autorità Portuale del Levante. Vi erano poi esponenti di esperienze parauniversitarie: dal mondo della formazione artistica, esperti di editoria e fotografia (Archivio Fotografico “Fotogramma”); da quello della formazione lavorativa, esperti di informatica (era presente Nicholas Caporusso, inventore della periferica DB-Hand).
Quale è stato il grado di coinvolgimento degli studenti al progetto?
Gli studenti sono stati sfidati a scommettere sulle proprie capacità, a lavorare ad un livello personale, a diventare attori protagonisti della loro vita senza il supporto confortante di professori o genitori. Hanno dovuto confrontarsi e far conto su altri coetanei per realizzare ipotetici progetti ed aspirazioni. L’analisi delle proprie competenze, dei propri sogni e delle proprie ambizioni e soprattutto, delle risorse a disposizione per realizzarli, è risultata ardua e difficoltosa ma, in definitiva, gli studenti sono stati abbastanza trascinati dall’iniziativa, da cui ne sono usciti sicuramente arricchiti.
Chiara De Gennaro