Alla fine degli anni 80 giunse a bari una delegazione municipale della grande città di Canton ricevuti dall’allora sindaco di Bari avv. Franco De Lucia e dopo le fasi cerimoniali gli ospiti furono invitati a pranzo presso il Circolo della Vela dove al cospetto di un consistente menù, non riuscirono a nascondere il loro imbarazzo di fronte a pietanze luculliane.
Saranno trascorsi oltre venticinque anni, ma ricordo certamente di aver detto loro: forse tra un po’ di anni saremo noi a meravigliarci delle vostre positività.
I cinesi acqua e riso, smunti, malvestiti,cominciarono ad arrivare in Italia in condizione di forte precarietà, stipati in locali senza servizi costretti a lavorare molte ore al giorno facendo la fame.
Dopo meno di trent’anni la Cina ha superato tutte le economie del mondo e si permette il lusso di elemosinare investimenti anche nel nostro Paese per fare risollevare le nostre ammalate risorse.
In questi anni i cinesi hanno prodotto cento e speso dieci; noi al contrario abbiamo prodotto cento e ne abbiamo spesi trecento riempiendoci di debiti.
I danni prodotti dalla politica in Italia, sono irreversibili e non c’è più un settore della vita pubblica che funzioni oltre la mediocrità.
I cinesi hanno dimostrato di essere abili, hanno un sistema di vendita a ragnatela, a costi bassi,guadagnano ma non spendono nei negozi italiani. Non li vedi mai nei nostri centri commerciali perché preferiscono acquistare i loro cibi nei loro stessi negozi; insomma da noi incassano ma non spendono visto che tutte le merci che vendono a buon prezzo provengono dalla Cina.
Qualcuno, circa ottanta anni fa pronunciò una frase che oggi è molto attuale: Non svegliate il gigante che dorme.
Il Presidente del Consiglio si recherà in tempi brevi in Cina a chiedere investimenti sostanziosi in Italia che si spera possano segnare una svolta nell’economia italiana, ma è vero che forse non abbiamo alternative, ma attenti a non concedere più del dovuto, altrimenti tra un po’ di anni, la Cina governerà di fatto il nostro Paese. I nostri industriali rivedano le proprie produzioni riducendone i costi e la nostra stampa rilancino il made in Italy perché noi siamo migliori di altri e il ostro orgoglio non si può barattare per qualche centesimo in meno, ma basta nel camuffare il falso prodotto italiano di origine orientale o dei paesi dell’est. Spendere poco per guadagnare di più, non è più possibile specie quando sotto viene malcelata la truffa.