Anni addietro, un giornalista barese evidentemente poco conoscitore delle realtà urbane di altre città d’Italia e del mondo, definì Bari: scippolandia per alcuni scippi verificatisi in città e che certamente rientravano in quella routine simile nella qualità ma inferiore nel numero degli atti delinquenziali.
Il sindaco Emiliano interpellato da me questa mattina ha sorriso ironicamente nei confronti dell’autore di questa nuova iniziativa seriamente dannosa per l’immagine della nostra città e mi ha raccontato di un tentativo di scippo subito dallo stesso Emiliano, a Bruxelles.
Tutto il mondo è Paese e scippano e rapinano dovunque, ma solo a Bari accade che un assessore provinciale si renda promotore di una discutibile iniziativa provvedendo a far distribuire una brochure con i consigli per come difendersi quando si viene a Bari.
Mi sarei aspettato dal giovane assessore che sollecitasse la programmazione di percorsi turistico religiosi nella meravigliosa città vecchia, oppure che protestasse per l’assenza in questa nostra Bari di un vero museo archeologico chiuso da tempo infinito; che protestasse nei confronti della società Costa Crociere per le raccomandazioni ai propri passeggeri di non acquistare alimenti caratteristici locali.
Dopo aver letto quella pubblicazione fatta distribuire al porto, all’aeroporto, ed alla stazione ff. qualcuno penserà che per non correre rischi forse sarà meglio visitare Bari in mutande.
Il populismo non contribuisce a costruire, semmai il contrario, servono invece le idee e le decisioni serie per difendere la incolumità di tutti e quindi anche dei turisti, sollecitando gli abitanti ed i commercianti del borgo antico a collaborare, ma prima ancora facendo funzionare le telecamere già pagate e predisponendo una vigilanza interforze discreta, ma energica perché la presenza della polizia municipale è da sempre notoriamente coreografica.
Ma per cortesia, difendiamo la nostra città e non le facciamo ancora più male di quanto ne abbia fatto il permissivismo politico e la precarietà di Leggi colabrodo.
Lucio Marengo