BARI – Dopo due settimane di ricovero presso l’ospedale pediatrico Giovanni XXIII, allarma la morte prematura di una bimba di 16 mesi di Altamura per mano della Seu, sindrome emolitico-uremica. In questi giorni, Vittoria, il nome della bimba, aveva accusato fenomeni emorragici intestinali, accompagnati da vomito e diarrea. Ultimamente, però, le condizioni si erano aggravate sensibilmente, portando così i medici a praticare la dialisi. Nonostante i tentativi compiuti, la piccola è deceduta nello scorso pomeriggio. La Seu è un’infezione intestinale, provocata dal batterio Escherichia Coli che colpisce prevalentemente i neonati e gli anziani. Un altro caso riscontrato riguarderebbe un bambino, sempre di Altamura, di un anno e mezzo. Le sue condizioni sembrano essere gravi ma, comunque, stabili. Nel mentre, fonti non accertate parlano di due ulteriori pazienti colpiti da questa sindrome.
Come sempre in questi casi, la miglior “arma” per prevenire la diffusione di questo batterio è la prevenzione. Seguire le tradizionali norme di igiene personale ed alimentare, infatti, possono rivelarsi determinanti per la salute. Si consiglia, pertanto, di lavarsi spesso le mani, sciacquare accuratamente frutta e verdura ed assicurarsi di aver cotto il cibo sufficientemente. Nel mentre, il ministero della salute ha aperto un’inchiesta al riguardo, sollecitando le autorità sanitarie pugliesi ad identificare le cause della Seu ed ad arginarne la diffusione.
La Regione Puglia comunica, in una nota diffusa al termine del tavolo di crisi sulla sicurezza alimentare, presieduto dal direttore del Dipartimento Politiche della salute e benessere sociale Giancarlo Ruscitti, che “allo stato attuale non c’è nessuna emergenza Seu in Puglia”. “I casi arrivano dalla città di Altamura. Probabilmente la contaminazione deriva dall’uso non corretto di latte crudo che non può essere assolutamente utilizzato per l’alimentazione umana se non previo trattamento termico”. Con queste parole, si è conclusa la riunione in cui sono stati partecipi anche rappresentanti della Asl Bari, del Policlinico, dell’Arpa Puglia, dell’Istituto zooprofilattico di Puglia e Basilicata, dell’osservatorio epidemiologico e dei Nas.