È stato Ugo Gregoretti il protagonista della quarta lezione di cinema in programma al teatro Petruzzelli in occasione del Bif&st 2014, moderata dal critico cinematografico Enrico Magrelli.
Il regista romano annuncia subito: «Facendo i debiti scongiuri, pare che riuscirò a girare un film a basso costo senza divi e appelli al mercato, anche se è stato difficile trovare i soldi. La pellicola – continua Gregoretti – sarà una commedia da ridere dal principio alla fine. Si tratta di una trasposizione e riduzione della mia autobiografia comica, inizialmente intitolata Finale aperto e ristampata con il titolo La storia sono io».
In merito al suo libro, il regista afferma: «È il ritratto di un perfetto cialtrone, una sorta di inventario della mia cialtroneria congenita e inguaribile. Inoltre costituisce una beffa nei confronti dei miei colleghi che nelle proprie biografie si monumentalizzano. In La storia sono io – spiega Gregoretti – non si parla della mia attività professionale ma della vita di un uomo qualsiasi che (citando Goldoni) è “nato sotto l’influsso di una stella comica”».
La lezione di cinema è stata preceduta dalla visione de I nuovi angeli, un film che fu un vero evento, riscuotendo un’accoglienza positiva tanto che Roberto Rossellini lo volle presentare alla prima edizione della Settimana della critica del Festival di Cannes.
Ugo Gregoretti si rammarica un po’ per aver girato pochi film: «Essendo un miserando rospo proveniente dal pantano maleodorante della sprezzatissima televisione – dichiara il regista – il mio salto per planare nel cinema dette fastidio a molti».
Simpaticamente Gregoretti ricorda di essere stato assunto in Rai nel 1953 attraverso una «virulentissima raccomandazione»: il suo primo incarico fu di leggere i libri dei santi e di individuare la patrona della nascente azienda televisiva. La scelta cadde su Santa Chiara.
Ritornando a parlare di Settima Arte, il regista romana ricorda Omicron, suo film di fantascienza molto criticato, e afferma: «Non voglio fare la vittima, ma ho smesso di fare cinema quando mi hanno convinto di non esserne capace».
In merito a Ro.Go.Pa.G., film realizzato insieme a Rossellini, Godard e Pasolini, Ugo Gregoretti ha un ricordo divertito: «Mi chiesero se fossi rimasto male del fatto che nel titolo ci fosse solo una lettera del mio cognome; risposi che una sola lettera bastava e avanzava».
Tornando a parlare del suo prossimo film, il regista dichiara di «rispettare pignolescamente la sceneggiatura» e promette «calcolate scurrilità».
Giovanni Boccuzzi
Foto di Francesco Guida