All’ indomani del “no” alla scarcerazione di Masiello e dei suoi , la vicenda calcioscommesse torna a fare discutere. Questa volta chi ha confessato le proprie combutte calcistiche non lo ha fatto per ottenere sconti di pena o per espiare i propri peccati, ma piuttosto si è reso parte attiva di un monito ai propri colleghi del mondo del calcio.
Il calciatore in questione, che ha preferito rimanere anonimo, si è messo di spalle ad una telecamera spiegando i modi e i tempi con i quali ha messo piede nel girone del calcioscommesse :”A due giornate dalla fine del campionato – racconta il giocatore, con accento toscano – ricevo una telefonata da un calciatore che conoscevo perché ci avevo già giocato contro. Noi eravamo salvi e affrontavamo una squadra sotto di noi in classifica. Lui non faceva parte di questa squadra, ma mi disse che c’erano dei soldi da prendere se avessimo perso la partita. Io dissi subito di no. Lo dissi solo al mio procuratore, ma si decise di restare in silenzio senza denunciare”. Poi, un anno dopo, un’altra telefonata, sempre dallo stesso calciatore: “C’era da pareggiare – racconta – eravamo a metà campionato, la società non pagava gli stipendi da tre mesi, stavolta ho parlato con due e tre compagni, si veniva da due sconfitte, e si decise di accettare. Prendemmo i soldi e da lì è cominciato tutto, e non sapevo più come tirarmi fuori”. Poi la denuncia, il calciatore viene chiamato dalla Procura ed è un fiume in piena. “Sapevano tutto di noi, e, non so per quale motivo, mi sono lasciato andare – continua – e gli ho raccontato tutto. Se tornassi indietro non lo rifarei, sono rovinato, mi vergogno perché ho tradito i miei compagni, i miei genitori e mio figlio”.
Il filmato, relaizzato dall’Aic, dopo essere stato mostrato a tutti i giocatori professionisti in un giro attraverso tutti i club di serie A, B e Lega Pro è stato reso pubblico ed è attualmente disponibile sul sito dell’Ansa all’indirizzo “http://www.ansa.it/web/notizie/videogallery/calcio/2012/05/23/Calcioscommesse-ecco-campagna-contro-Aic_6916234.html”
Una campagna di sensibilizzazione che fa davvero specie, il nemico non è una sostanza nociva come l’alcool o la droga nè tantomeno la morte o la perdita della salute come avviene per la guida spericolata. Il nemico coinvolge l’inquantificabile mondo della sfera emotiva, degli affetti e della dignità. Faust vendette la sua anima in cambio di giovinezza, sapienza e potere, oggi c’è chi lo fa per molto meno.
Laura Marchesini