Sono rimaste deluse deluse le parlamentari che ogni giorno ci rappresentano nella Camera alta della politica; ci aspettavano che la Legge sulla pari rappresentatività venisse approvata dai loro colleghi, in modo che venisse sancita definitivamente la parità numerica tra donne e uomini anche nelle nomine che riteniamo illegittime a deputati, senza preferenza ma solo per gratitudine al signore del momento. Ora sembra che faccia comodo a molti, essere assunti dai leader delle forze politiche senza avere necessariamente alcune esperienza o carisma, prevaricando il diritto di un regolare confronto sul proprio territorio e meritare la fiducia degli elettori.Tutti la criticano questa presunta casta, ma altrettanto tutti farebbero pazzie per farne parte lasciandosi dopo breve esperienza affascinare dal potere, dalla convenienza dei benefit e degli stipendi. Nessuna mancanza di ossequio nei confronti delle rappresentanti del gentil sesso ma qual’è la differenza tra le capacità intellettuali e di amministrare e la pretesa di dover raggiungere l’obiettivo elezioni senza avere i necessari i requisiti che per decenni sono stati alla base di scontri su questioni ideologiche e programmatiche? Se sei bella forse hai possibilità di essere candidata in posizione tale da essere nominata, anche senza meriti. E’ giusto così, oppure è più legittimo il pubblico confronto dove emergono differenze e come dicevo, capacità culturali e politiche. Ieri alla Camera ha furoreggiato l’abito bianco della purezza, e più che la sede dei grandi dibattiti dove si sono tenacemente scontrati i grandi padri della Repubblica, si aveva l’impressione di una sala da thè con capannelli di chiacchiericcio molto sostenuto. Il voto segreto ha detto no a questo tipo di parità numerica che condivideremmo solo se l’accesso alle camere alte venisse consentito nella più assoluta legittimità, dopo di chè potrebbe anche accadere la prevalenza di più donne, ma i voti vanno guadagnati sul campo e non diversamente.
Lucio Marengo