L’interesse di diversi settori industriali (agroalimentare, edile, tessile, dei biocombustibili) nei confronti della canapa e dei prodotti derivanti da questa pianta (carta, olio, farina, semi, stoffa, biodiesel) sta crescendo notevolmente in Italia, specialmente in Puglia. Sempre più produttori investono sulla coltivazione della canapa, compiendo una scelta sostenibile a livello ambientale. A Brindisi, nell’area compresa tra la centrale termoelettrica di Cerano e il polo petrolchimico, è iniziata la semina di 27 ettari di terreno con semi di canapa, alla presenza del presidente della Regione Puglia Nichi Vendola.
Il terreno interessato alla semina, un tempo, era utilizzato per la coltivazione di prodotti ortofrutticoli come pomodori, grano, carciofi, ma attualmente, considerato l’alto livello di inquinamento di questa zona, buon parte del territorio non può essere impiegata per la crescita di colture destinate alla nutrizione umana. Per evitare che il terreno rimanesse inutilizzato si è pensato di usarlo per la crescita della canapa, che essendo in grado di assorbire i metalli pesanti, può essere uno strumento efficace per la bonifica di siti inquinati.
Le varietà di canapa seminate hanno un basso contenuto di thc, il principio attivo responsabile dell’uso della canapa come stupefacente, in modo da evitare che sorgano dubbi o ambiguità sui reali intenti dei coltivatori ed imprenditori agricoli.
Per approfondimenti si può visitare il sito dell’associazione AssoCanapa (http://www.assocanapa.org/), nata con l’obiettivo di promuovere, tutelare e diffondere la coltivazione della canapa e il suo impiego nei vari settori produttivi.
Cristina De Ceglie