Chiude il dormitorio per senza-tetto di via Re David. A lanciare l’allarme è l’associazione In.Con.Tra, che da circa due mesi si occupa della gestione della struttura accogliendo, ogni giorno, circa 60 persone senza fissa dimora. I locali della Provincia erano stati destinati ad offrire ricovero a quanti rimangono fuori dai principali circuiti di accoglienza della città.
Gianni Macina, presidente di In.Con.Tra, spiega che esistono problemi di carattere amministrativo e finanziario, ma invita tutti gli altri enti locali a fare la propria parte perché decine di persone da domani non sapranno dove andare a dormire. “Il nostro auspicio è che il dormitorio riapra, ma nel frattempo invitiamo le altre istituzioni, come ad esempio il Comune, ad aumentare la capienza della tendopoli della Croce Rossa; insomma occorre farsi carico di queste persone almeno fino alla definitiva chiusura della stagione invernale”.
Gli ospiti che vengono accolti la sera nei dormitori non sono semplici clochard: ogni sera vengono ospitate anche persone che sono crollate nella povertà nell’arco di pochi mesi: pensionati, ma anche uomini e donne che, da un giorno all’altro, si ritrovano senza lavoro o prive di sostegno famigliare.
I volontari dell’associazione continuano il loro arduo lavoro, alla ricerca di una sistemazione dignitosa e sicura per coloro che, a sera, non hanno un riparo dove coricarsi ma gli enti locali si dimostrano sordi alle richieste di aiuto.
E, proprio in campagno elettorale, non c’è nessuno che si ricordi dei poveri, dei bisognosi e dei senza fissa dimora.
Allestire un dormitorio nel Provveditorato era stata un’idea dell’assessore ai Servizi alla persona Giuseppe Quarto, che per il secondo anno consecutivo a inizi dicembre aveva risposto all’emergenza freddo, affidando lo spazio alla gestione gratuita dell’associazione Incontra. Termine previsto per smantellare i posti letto: sei gennaio. Scadenza rimandata con due proroghe,
La decisione di Schittulli arriva come un fulmine a ciel sereno su Palazzo di città. “E’ assurdo”, tuona l’assessore all’accoglienza Fabio Losito; e mentre il sindaco Emiliano è impegnato in appuntamenti elettorali in Capitanata, dal suo staff assicurano di non aver ancora ricevuto alcuna missiva dalla provincia. La posizione della giunta è, però, unanime: Bari fa già la sua parte, mettendo a disposizione duecento posti letto a notte e pasti caldi a volontà.
“Schittulli convochi un tavolo tecnico con Regione, Protezione Civile, Prefettura, Anci e tutti i comuni della provincia”, chiedono a gran voce l’assessore al Welfare Ludovico Abbaticchio e il presidente della commissione politiche sociali Carlo Paolini. Intanto il comune si prepara ad affrontare l’emergenza: la soluzione potrebbe essere tornare ad aprire le sale d’attesa di ospedali e stazioni o chiedere aiuto, ancora una volta, alle parrocchie.
Chiara De Gennaro