Come ormai siamo abituati a pensare, la crescita economica è fatta di “oculati” tagli ai servizi. Ma non i servizi essenziali, attenzione! Il diritto alla salute, ad esempio, è certamente un inutile “di più”.
Così si è pensato bene di far chiudere l’ ospedale Lastaria di Lucera, in provincia di Foggia, che serve circa 60 mila cittadini.
O meglio, non di chiudere…bensì di ridurre le “strutture complesse” in “strutture semplici”: questa la formula per aggirare la vera intenzione dei nostri amministratori.
In sostanza, resterebbe ben poco dei servizi offerti oggi. Il reparto di Medicina Generale dovrebbe essere completamente dismesso, così come quello di Cardiologia.
Il danno, in termini di disagi logistici ma anche economici, sarebbe enorme. Infatti, il Lastaria non serve soltanto la popolazione lucerina, ma anche la maggior parte dei paesi dei Monti Dauni; negli ultimi anni inoltre, si è verificato un pendolarismo di pazienti, nonché di lavoratori, da Foggia a Lucera, poiché gli Ospedali Riuniti del capoluogo sono già in esubero di accessi. Dove si andrebbero a ricoverare gli abitanti di Capitanata? La risposta facilona che giunge dai vertici baresi è: negli ospedali di Manfredonia, Cerignola, San Severo.
Ma i piani di carta spesso non fanno i conti con la realtà. Questi accademici progettini, che evidentemente poco hanno a che fare con le esigenze pratiche dei cittadini, non tengono conto dell’ importanza della variabile “tempo” in un’ emergenza sanitaria. Da San Bartolomeo in Galdo o da Motta ad esempio, comuni che gravitano attualmente su Lucera, i menzionati ospedali-soluzione distano anche un’ ora di automobile.
La maggior parte degli utenti di un ospedale è anziana, spesso sola o soltanto con il coniuge. Come si fa a confinare un anziano in un ospedale distante decine di chilometri dal proprio comune? Chi lo assisterebbe?
Come si fa, ma soprattutto perchè lo si fa? Forse che il Lastaria è la pecora nera nel foggiano? Ebbene, la cosa paradossale è che i dati emessi dal Ministero della Salute nel Programma nazionale Esiti, indicano l’ ospedale lucerino migliore degli altri tre per numerosi fattori. In certi casi, la differenza è notevole. Solo per citarne alcuni: la mortalità a 30 giorni dal ricovero a causa di infarto miocardico, Lucera è l’unico a essere sotto la media nazionale del 10,94% con il suo dato che fa segnare 6,78%; in ostretricia, il 20,75% delle nascite avviene con parto cesareo, rispetto la media nazionale del 28,34% (Cerignola 69,57%; Manfredonia 44,10%; San Severo 22,57%).
Anche qui vige il principio della meritocrazia!
Considerando la struttura, si ha a che fare con spazi grandi, reparti nuovissimi: quello di medicina è in corso di ristrutturazione! Oltre il danno anche la beffa.
Verrebbe danneggiata anche l’ economia locale, con l’ inevitabile riduzione dei posti di lavoro. Si tratta di una manovra unicamente politica, hanno tenuto a precisare gli amministratori locali, dovuta al fatto che in Consiglio regionale la cittadina dauna non ha esponenti, a differenza di San Severo, Manfredonia e Cerignola. Certo, la colpa di ciò è di chi a votato – o sostenuto – consiglieri di altri Comuni. Ma un buona politica non dovrebbe fare l’ interesse dei pochi rappresentanti.
Si potrebbe continuare a lungo ad elencare le motivazioni per cui l’ ospedale non merita un declassamento.
Se la Regione volesse discolparsi con l’ argomento che il Governo centrale impone dei tagli, ci sarebbe almeno da spiegare in base a quale criterio si è puntato proprio sull’ ospedale che convoglia così tanti comuni, in passato osannato e difeso retoricamente.
Caro Presidente, ma non era Lei che, IN CAMPAGNA ELETTORALE, aveva riconosciuto l’ indispensabilità del Lastaria per Lucera e paesi limitrofi?
Sedotto e abbandonato. Il Lastaria è ora destinato a diventare una di quelle “strutture fantasma”, che avrebbero tutte le carte in regola per essere utilizzate; che un giorno non troppo lontano, dinanzi alle telecamere di qualche giornalista, farà gridare allo scandalo il successivo politico di turno.
Anche se la battaglia è difficile, le manovre non sono state ancora decretate. In questi giorni il Comitato in difesa del Lastaria, insieme ai sindaci di diversi Comuni, alcuni esponenti politici ed alcuni cittadini, stanno presidiando l’ ospedale per decidere sul da farsi. Il direttore generale ella Asl Foggia Manfrini ha dichiarato che i piani sono solo una bozza. Se la popolazione farà sentire la sua voce, farà capire che non ci sta ad essere così indifferentemente gambizzata, forse un risultato si può ancora ottenere. O almeno, ci provi. Per evitare, un domani,di piangere sul latte versato.
Claudia Morelli