L’olio extravergine d’oliva è riconosciuto come il migliore grasso vegetale. Tuttavia il suo consumo è ridotto rispetto a quello di altri oli vegetali. I semi oleosi e i vegetali impiegati per la produzione di oli, più diffusi a livello mondiale, sono quelli di arachide, girasole, soia, colza e palma.
A differenza del processo di estrazione dell’olio d’oliva, i semi sono sottoposti ad un’azione di spremitura caratterizzata da alte pressioni, in alcuni casi unite a temperature tra i 180° e i 190°C. Seguono una serie di trattamenti per eliminare le sostanze estranee residue. Quello che non si sa è che questo processo provoca una riduzione fino al 40% del contenuto in tocoferoli e antiossidanti naturali in questi grassi vegetali. Inoltre per l’estrazione dell’olio di semi spesso si fa ricorso anche a solventi chimici altamente cancerogeni, come accade per l’olio di palma. Gli oli di semi provenienti da semplice estrazione meccanica come nel caso di girasole, lino e sesamo, non subiscono trattamenti aggiuntivi ma possono presentare alcuni problemi di stabilità, una vita media non particolarmente elevata e un’acidità decisamente superiore rispetto agli altri oli. Diversamente dall’olio extravergine d’oliva hanno anche un elevato contenuto di grassi polinsaturi che si ossidano e sono meno stabili in cottura, facilitando in questo modo la formazione di radicali liberi.
L’olio di oliva possiede notevoli qualità nutrizionali e fa bene alla salute. Rispetto agli altri oli ha un maggiore contenuto in vitamine, acido oleico e antiossidanti naturali unici in natura. Un mix che porta moltissimi benefici, controlla i livelli del colesterolo, protegge le cellule dallo stress ossidativo e previene diverse malattie.
Ilaria Delvino