Metamorfosi e versatilità potrebbero essere due delle parole chiave per descrivere il concerto di Elisa che si è tenuto ieri sera al Palaflorio di Bari (unica tappa in Puglia de l’Anima Vola Tour). La cantante, nel corso dello spettacolo durato circa tre ore, si è mostrata ai suoi fan con look decisamente diversi (dal kimono rosso e ampio, indossato per i brani più intensi, alla felpa e ai jeans degli ultimi brani, più ritmati) che rappresentano le diverse anime di Elisa (intima e rock), interpretando brani del nuovo e vecchio repertorio, alternando l’italiano all’inglese, eseguendo brevi ma funzionali coreografie, dimostrando le sue grandi e risapute doti come musicista e la sua abilità con gli strumenti musicali (pianoforte, chitarra, percussioni).
Ogni canzone eseguita dall’artista friulana è stata esaltata con l’uso sapiente ed elegante delle luci e della tecnologia che è stata un elemento fondamentale per la riuscita della performance, con elementi mobili su cui apparivano immagini coerenti con le sonorità presentate.
Il concerto è stato aperto con il brano “Non fa niente ormai” contenuto nel nuovo album di Elisa, “l’Anima Vola”, prodotto dalla “Sugar” di Caterina Caselli. Tra le interpretazioni più toccanti tratte dallo stesso album, “Un filo di seta negli abissi” (uno striscione dedicato ad Elisa dai suoi fan recitava: “Il nostro filo non si spezzerà mai”), “Lontano da qui”, “Pagina bianca”, “A modo tuo”, “Ecco che” (testo di Giuliano Sangiorgi e musica di Elisa).
Grande attesa per la canzone che dà il titolo all’album, “l’Anima vola” ma anche per “Ancora qui” inclusa nella colonna sonora di “Django Unchained” di Quentin Tarantino, con la musica del Maestro Ennio Morricone. Molto suggestive le immagini mostrate sullo sfondo del palco durante l’esecuzione di entrambi i brani; in particolare con “Ancora qui” si è creata un’atmosfera unica grazie alle immagini che sembravano tratte da un film western e ad alcuni led-screen con delle candele accese, nel buio emotivo creato nel Palaflorio.
Le nuove tracce sono state intervallate, senza alcuna sosta, dai grandi successi di Elisa che hanno scatenato nel pubblico veri e propri boati di gioia: “Labyrinth” (chitarra), “Qualcosa che non c’è” (piano), “Dancing” (presente nella versione italiana del toccante film “A time for dancing” di Peter Gilbert), “Luce”, “Eppure sentire”, “Rainbow” (chitarra acustica), “Broken”, “Ti vorrei sollevare”, “Una poesia anche per te”, “Rock your soul”(eseguita sotto un telo bianco leggero che ondeggiava sinuosamente).
In una breve pausa del concerto, Elisa ha scherzato con il pubblico, raccontando delle sue origini pugliesi (citando sua nonna di Gallipoli) e invitando i fan a richiederle dei brani. Ha poi cantato “Gift” (coro, chitarra e voce), un vero dono d’amore verso tutti i presenti.
Originale “A prayer” (“a prayer of freedom, a prayer of love”) eseguita con il bongo e con l’aiuto delle brave coriste Lidia Schillaci, Roberta Montanari e Bridget Cady, caratterizzata da un coinvolgente ritmo in crescendo.
Nella parte finale Elisa si è scatenata sul palco, in versione più rock, con “Stay”, “Maledetto Labirinto”(elettronica), “Together”, “Gli ostacoli del cuore” ed ha salutato il pubblico con “It is what it is” e “Cure me”.
Un ringraziamento particolare è stato poi rivolto da Elisa ai suoi importanti “compagni di viaggio”, senza i quali lo spettacolo non sarebbe stato lo stesso: le tre coriste che hanno supportato la cantante dal punto di vista vocale e scenografico, Andrea Rigonat (chitarra), Curt Schneider (basso), Victor Indrizzo (batteria), Cristian Rigano e Gianluca Ballarin (tastiere).
Cristina De Ceglie