Questa mattina a Roma il Consiglio dei Ministri ha discusso ed esaminato il ddl sull’attribuzione del cognome materno ai figli. Alla nascita, il figlio assume il cognome paterno, solo in caso di accordo tra i genitori quello materno o quello di entrambi. Questo è ciò che prevede la bozza di ddl entrata all’esame del Consiglio dei ministri in corso. Questa legge varrà anche per i figli nati fuori dal matrimonio o adottati. Se il riconoscimento paterno dovesse avvenire dopo la nascita, sarà possibile aggiungere il cognome del padre a quello della madre. Se figlio minorenne, sarà il giudice a decidere circa l’assunzione del cognome del padre.
Il ddl propone poi di intervenire sull’articolo 143 bis dello stesso codice, cambiandolo. Come ha detto l’onorevole Alessandra Mussolini “è un inizio”, poi “bisognerà armonizzare tutte le leggi che riguardano i figli. Mi auguro con una grande partecipazione di tutte le forze politiche. Dare il cognome del padre ai figli è una consuetudine – ha spiegato ancora – non c’è alcuna legge da modificare”. Quindi, ha annunciato “se il governo farà un passaggio di inizitiva credo che Forza Italia potrà essere solamente soddisfatta e votare a favore. Io lo farò”.
Quanto al Pd, Stefano Esposito, in conferenza stampa con Sergio Lo Giudice e Donatella Mattesini, ha affermato: “Il nostro obiettivo è lavorare per armonizzare le diverse proposte. Ci sono questioni delicate, come ad esempio un possibile disaccordo fra i due genitori, che devono essere affrontate, ma c’è la necessità di non fare cadere nel vuoto la decisione di Strasburgo su questo tema. Un tema sul quale tutti apparentemente sono d’accordo, ma sul quale poi si trovano mille problemi con mille ostacoli ed eccezioni. In campo ci sono dei ddl da calendarizzare velocemente, ma esiste una soluzione ancor piu’ veloce: che il governo, usando i testi depositati, possa dare una riposta rapida con un dl”. Il democratico Lo Giudice punta pero’ sulla necessità di modificare “l’ultimo residuo di un diritto di famiglia maschilista”. Ciro Falanga invece, ha aggiunto che “la nostra è una proposta pulita, semplice che snellisce le procedure eliminando le lungaggini legate alle possibilità attuali di cambiare cognome attraverso il ricorso a dpr che prevedono una domanda con adeguata motivazione”.
Federica Cirillo