La vittoria, sia pure risicata di Renzi il rottamatore nelle recenti primarie ha mandato in bestia il grande vecchio Massimo D’Alema ed ha messo in discussione tutta la classe dirigente del PD, che non si aspettava certamente il grosso successo che mette un’ipoteca sulla gestione proprio del più grande partito della sinistra in previsione del prossimo congresso nazionale. Chi l’avrebbe mai detto che un ex democristiano salito alla ribalta in breve tempo grazie ad una organizzazione mediatica poderosa che lo ha fatto apparire in tutte le salse come il nuovo messia che scende in terra per salvare quello che resta del mondo e della politica. Un altro fenomeno fulminante che si esaurirà non appena Matteo Renzi si troverà a doversi districare nella fitta rete dei grandi problemi che attanagliano la nostra economia. Parlare è facile, criticare pure; far credere che tutti i problemi si possono risolvere è ancora più facile e tanta gente ci crede perchè non ha alternative. Certo, i suoi predecessori hanno fatto male e peggio non si può, ma attenti alle facili promesse che non si mantengono,perchè questa volta le conseguenze potrebbero degenerare in violenza estremamente pericolosa. D’Alema lasci perdere le invettive e gli anatemi lanciati contro colui che lo vorrebbe pensionare definitivamente, perchè le responsabilità della situazione in cui il Paese si trova sono in parte anche sue e di tutta la classe politica che in questi anni si è avvicendata alla guida del Paese, praticando l’antico gioco dello schiaffo. Dopo il congresso del PD e la ormai probabile vittoria di Renzi alla sua Guida, l’obiettivo del sindaco di Firenze sarà senza dubbio quello di mandare a casa Letta prorogando solo di pochi mesi la vita di questo governo di larghe intese che fino ad oggi non ha prodotto nessuna delle riforme promesse
Lucio Marengo