È stato già detto; in questa “moscia” campagna elettorale, le tematiche ambientali occupano un ruolo decisamente marginale. In particolare, il basso profilo, la carenza di contenuti e la scarsa propensione agli approfondimenti si traducono in un totale silenzio sulle questioni relative alla bonifica del sito inquinato ex fibronit.
La vicenda, al centro delle campagne elettorali del 2004 e del 2009, è stata solo appena sfiorata dai pur numerosi candidati sindaci.
Addirittura totalmente taciuta, invece, dai candidati presidenti del municipio mare, che sembra non conoscano affatto le vicende storiche del sito in questione.
E forse non ne conoscono neppure l’esatta ubicazione.
È il caso di ribadirlo: la bonifica dell’area fibronit non è per nulla capitolo chiuso.
La messa in sicurezza di emergenza del sito, all’interno del quale si producevano manufatti in cemento amianto, completata nell’ormai lontano 2007 ha costituito infatti un “intervento di carattere provvisorio che garantisce (…) per un orizzonte temporale limitato”, come si legge nel progetto definitivo degli interventi di messa in sicurezza permanente.
Appare necessario quindi conoscere i tempi relativi all’avvio di questo secondo corso di lavori. L’aggiudicazione – in via provvisoria – della gara d’appalto per la “Progettazione esecutiva ed esecuzione dei lavori di messa in sicurezza permanente” espletata dal Comune di Bari risale al gennaio 2014. Son passati ben cinque mesi!
Così come sempre provvisoria risulta essere l’aggiudicazione, nel Marzo 2014, della “direzione dei lavori ed il coordinamento della sicurezza in fase di esecuzione dei lavori”.
È noto, si tratta di un intervento di particolare complessità. Di lavori che si realizzeranno con modalità “considerate eccezionali”. Basti pensare che le fasi più delicate degli stessi prevedono attività di demolizione, che comporteranno l’abbattimento di tutti gli edifici “fino alla quota del piano campagna”. Si stima la produzione di circa 18.500 mc di materiale.
Altrettanto a rischio elevato sono inoltre considerate le lavorazioni di “smontaggio e rimontaggio” della tendostruttura all’interno della quale si andrà ad intervenire “in ambiente staticamente e dinamicamente confinato”
Come si vede, trattasi di operazioni di non poco conto che contemplano un importo di spesa di ben oltre i 10 milioni di euro; l’amministrazione che si andrà ad insediare, di qualsiasi colore essa sia, si troverà a gestire uno dei più importanti interventi di bonifica mai realizzati sul territorio nazionale.
Possibile che non si avverta l’esigenza di dire qualcosa in merito? Può una campagna elettorale tacere su questo fronte? Non lo si ritiene un dovere nei confronti dei cittadini?
Per cortesia, candidati sindaci, da più parti si chiede una svolta a questa campagna elettorale! Quale occasione migliore?
Nico Carnimeo
vice presidente (uscente) V circoscrizione
Non candidato