BARI – Ieri 30 settembre, nel tardo pomeriggio, è stata sostenuta una manifestazione da un gruppo consistente di attivisti ai danni del marchio “Benetton”. Sono stati intonati, infatti, cori ed urla di fronte alla sede di Palazzo Mincuzzi, in via Sparano. Il tutto, armati con cartelli e striscioni. Un nome si ripeteva spesso sulle immagini e nel baccano che questi giovani manifestanti hanno portato: Santiago Maldonado. Una sua foto accompagna questo articolo.
Ma chi è costui? E soprattutto cosa è successo di tanto grave da mobilitare gruppi di attivisti verso molte sedi Benetton sparpagliate nel mondo? Per rispondere a queste domande bisogna fare un passo indietro, partendo dalla Patagonia.
Il gruppo trevigiano Benetton, è risaputo, possiede ben 900 mila ettari di terra patagonica, acquistati nel 1991 con una cifra intorno ai 50 milioni di dollari. Questo solo in America latina. In verità, il territorio non era mai stato di proprietà dello Stato argentino, e tanto meno della Argentine Southern Land Company Limited, l’impresa inglese che ne deteneva la proprietà legale già dai primi del ‘900.
Vi era un popolo, infatti, che risiedeva nel territorio da tempo immemore, prima dello sbarco dei conquistadores: si tratta dei Mapuche. I Mapuche (“popolo della terra”) sono un popolo indigeno, molto legato alle proprie tradizioni e che vive con un rispetto quasi ossequioso la natura che abita. Molto poco occidentali, non si sono mai fatti contaminare dal processo di industrializzazione che avveniva intorno a loro. Tuttavia, non potendo dimostrare la proprietà legale del territorio (mai per loro la natura sarebbe potuta essere considerata un oggetto di scambio o da possedere), sono stati, nel secolo scorso, letteralmente estromessi dal proprio territorio.
Infatti, il gruppo Benetton, ottenuta la proprietà legale della terra, non ha esitato a far sgomberare villaggi, istigare le forze dell’ordine argentine ad usare proiettili di gomma contro gli indigeni, non risparmiando nemmeno donne e bambini. Migliaia di famiglie sono state sfollate; un intero popolo allo sbaraglio è stato estromesso dalla sua secolare patria. Non sono mancate, però, forme di resistenza armata da parte dei Mapuche, i quali continuano tuttora la propria lotta, anche rischiando il carcere o la morte.
Tra i guerriglieri che stanno compiendo questa resistenza contro l’avanzare delle proprietà della Benetton, vi è Santiago Maldonado, un ragazzo argentino. Il 1 agosto 2017, la Gendarmeria Nacional, forza armata direttamente agli ordini del Ministero della Sicurezza del Governo, ha fatto irruzione nella comunità in resistenza Pu Lof, dove diversi sostenitori della causa stavano manifestando il diritto alla terra dei Mapuche. Santiago era lì, da fervente manifestante quale era.
Alcuni testimoni raccontano di averlo visto per l’ultima volta nelle mani della Gendarmeria, ma la stessa arma e il governo smentiscono. Da allora, il ragazzo è completamente scomparso. Un mese dopo si invoca per l’ennesima volta giustizia.
Dovè si trova Santiago Maldonado?
L’Argentina non può aggiungere un altro nome alla macabra lista dei desaparecidos.