La chiusura delle sedi dei partiti e delle sezioni nei paesi ha trasferito quella che solo gli arrampicatori definiscono ancora “politica”, sul Web trasformando un pseudo movimento in una industria mediatica, utilizzando la comicità e la satira. Sale Beppe Grillo con il suo movimento e scende in picchiata Silvio Berlusconi con la sua finta tragedia, mentre il PD pur arrancando, guadagna qualcosa, per i restanti residui di sigle, solo una manciata di piccole e insignificanti percentuali, compreso il NcD. Una baraonda e tutta una serie di piccole armate Brancaleone che cercano rifugio in un Parlamento europeo dove per la prima volta ed anche in buon numero entreranno i rappresentanti del movimento cinque stelle. Siamo ridotti proprio male con questa classe politica in fuga, incapace di attuare riforme, che vive alla giornata nella incertezza e nel timore che un giorno qualsiasi e probabilmente nemmeno lontano in Governo possa essere sfiduciato e si possa ritornare al voto nella primavera del prossimo anno. Non mi piace la retorica politica, ma quando c’erano i partiti ci si confrontava quotidianamente sui problemi locali e su quelli nazionali con i riferimenti politici nazionali perchè c’era il pericolo della preferenza che rischiava di essere negata ai lavativi di Stato, abituati oggi solo ai comunicati stampa ed al taglio di nastri augurali, ma temono confronti pubblici. Nelle sedi dei partiti i giovani si formavano, si appassionavano, si informavano, suggerivano soluzioni possibili; insomma vivevano la politica specie nei paesi dove la sezione era anche un luogo di trattenimento dove ritrovarsi ogni giorno. I partito possono e dovrebbero rinascere e ridiventare luoghi di cultura politica perchè la passione c’è ed i giovani non cercano altro che di essere coinvolti nella vita quotidiana del proprio territorio.