Giornata di mobilitazione in tutta Europa per gridare “NO” alle misure di austerity imposte dai Governi in tutti gli Stati. A scendere in piazza in tutte le capitali e gran parte delle città europee sono stati gli studenti e i lavoratori schiacciati dall’alto tasso di disoccupazione e dagli ormai troppi disagi sociali causati dalla crisi.
A Madrid ci sono stati scontri fra i manifestanti e le Forze dell’Ordine che tentavano di spegnere la protesta. In Belgio i blocchi e le contestazioni hanno provocato forti rallentamenti nelle comunicazioni ferroviarie. In Germania, il sindacato Dgb, per bocca del suo leader Michael Sommer ha dichiarato che nei Paesi colpiti dalla crisi, il risparmio imposto dai Governi sta letteralmente distruggendo gli Stati: è il caso della Grecia, del Portogallo e della Spagna. “Noi vogliamo le misure giuste contro la crisi – ha proseguito Sommer – Questo significa che si deve investire contro la crisi, non che nella crisi si debba risparmiare”. Forti contestazioni anche a Lisbona e in tutto il Portogallo. Alle 12.00, invece si ferma la Grecia con una manifestazione indetta in piazza Klafthmonos ad Atene.
In Italia sono scesi in piazza gli studenti per protestare contro i tagli imposti alla scuola. Forti tensioni si sono registrate a Padova, Torino, Milano, Roma, Genova, Parma, Brescia e in tantissime altre città dove gli studenti insieme ai lavoratori precari e ai militanti dei centri sociali hanno fatto sentire il proprio grido di sofferenza.
La Camusso, Segretario Generale della CGIL, dal palco di Terni ha dichiarato: “Il governo Monti ha compiuto un anno ed è tempo di bilanci. E allora vogliamo dirlo: è stato un anno di disastri e di non risposte al mondo del lavoro che ha tolto la fiducia e la speranza ai giovani. E non continuino a raccontarci che c’è una luce in fondo al tunnel. Abbiamo diritto alla verità”.
L’Europa, soffocata da una depressione economica che non accenna a smettere, sta diventando una pericolosissima polveriera. I Governi devono dare risposte certe alla povera gente che più di tutti ha pagato, oltre misura, il pesantissimo conto della crisi.
Antonio Curci