Nonostante il tempo incerto sta arrivando l’estate. Per molti inizia la gara della prova costume e a parte palestra, dieta e interventi di chirurgia plastica ci prepariamo a spararci super tintarelle. Ma fa bene assorbire raggi solari? E in che quantità? Quali accorgimenti utilizzare per evitare danni cutanei?
ll sole fa bene all’umore (stimola la produzione di endorfine) e alle ossa. Uno dei suoi effetti principali è lo stimolo della sintesi di vitamina D che serve per la regolazione dell’equilibrio e dell’utilizzo del calcio corporeo: struttura delle ossa, partecipazione all funzione del sistema immunitario e nervoso. I raggi solari non fanno male se assorbiti tanto da non creare ustioni cutanee.
Nonostante i numerosi prodotti presente sul mercato poco si sa sulla loro efficacia e su come sceglierli.
Ciò premesso, quando compriamo o utilizziamo un Solare dovremmo:
LEGGERE LE ETICHETTE – Da alcuni anni in Europa la normativa è estremamente rigorosa. Sono scomparse etichette con su scritto “schermo totale”, così come waterproof (al massimo può essere water resistant). Sono state introdotti riferimenti su scale standard e univoci per indicare il potere dei filtri solari, in modo che il consumatore possa finalmente confrontare prodotti diversi senza perdersi in mari di prodotti che “danno i numeri”
I parametri principali da considerare sono:
SPF, O FATTORE DI PROTEZIONE SOLARE – E’ l’indicatore più conosciuto dell’efficacia di uno schermo solare. «Esprime il livello di protezione dai raggi UVB (sempre radiazioni ultraviolette, come gli UVA, ma a diverse lunghezze d’onda). Ricordiamo che i raggi UVB sono i responsabili di eritemi, ustioni, scottature e conseguente rischio di neoplasie cutanee. La scala è una sola a livello internazionale; è stato posto un limite massimo di protezione a 50. Le categorie standardizzate sono 4: protezione bassa (da 6 a 10), media (15-25), alta (30-50), molto alta (50+). Personalmente in relazione alla nostra splendida Puglia non si dovrebbero usare protezioni sotto i 30. I filtri solari contenuti possono essere chimici e/o fisici
PROTEZIONE UVA – Sono radiazioni che penetrano più in profondità nella pelle e che a lungo sono state sottovalutate. «Da 10-15 anni le aziende serie hanno dato spazio alla protezione anti-UVA, raggi che non danno sensazione di scottatura, permettono di stare molte ore al sole senza percepire il danno. I frequentatori dei centri abbronzatura le conoscono bene, poiché sono le radiazioni delle lampade solari che emettono dosi di UVA anche 10 volte maggiori di quelle solari. Esse provocano il cosiddetto “photo-aging” invecchiamento cutaneo con comparsa di rughe, ipercromie cutanee (macchie marroni) e probabilmente ancora in fase di studio l’induzione alla formazione del melanoma cutaneo. Ecco perché oggi è molto importante proteggersi anche dagli UVA. In Europa la normativa prevede che un buon filtro solare debba offrire una protezione anti UVA pari a 1/3 di quella UVB. ( SPF UVB 30, conseguente SFP UVA almeno 10).
FOTOTIPO – Ogni tipologia di pelle richiede un fattore protettivo adeguato. Occhi, cute e capelli (che costituiscono il cosidetto fototipo) possono dirci molto sulla resistenza all’esposizione solare. I soggetti con i capelli chiari, rossi o biondi, che si scottano facilmente devono sempre applicare una crema a protezione alta o estrema, un fototipo mediterraneo, dopo un iniziale periodo di esposizione al sole con protezione alta potrebbe anche abbassarlo dopo una settimana. La protezione contro gli UVA dovrebbe sempre restare alta.
BAMBINI – evitare l’esposizione solare diretta, fino a 3 anni è consigliabile evitare le ore più calde, usare sempre maglietta bianca, occhiali da sole specchiati e cappellino con visiera, specie per i fototipi più chiari. E’ assolutamente importante evitare le ustioni, che possono creare alla pelle danni seri anche a lungo termine.
RESISTENZA ALL’ ACQUA – nonostante l’etichetta, questi prodotti dopo il bagno vanno riapplicati.
CONSERVAZIONE – Guardare la data di scadenza non basta. Le creme non vanno mai usate dopo più di un anno dall’apertura. E’ importante considerare anche la fotostabilità del prodottola intesa come capacita’ di una molecola di rimanere intatta dopo l’irradiazione, ovvero la capacità della crema di rimanere attiva sulla pelle anche sotto l’azione della luce solare. Attualmente non essendoci l’obbligo di indicare tale parametro solo alcune aziende lo indicano sull ‘ etichetta.
APPLICAZIONE – La crema va riapplicata ogni 2 o 3 ore e ogni volta che ci si bagna, senza dimenticare che gli UV non si lasciano fermare del tutto dall’ombrellone né dal cielo nuvoloso.
PROTEZIONE DAI TUMORI CUTANEI – Fra i danni prodotti dai raggi UV oltre all’ invecchiamento cutaneo, e ai danni oculari, ci sono alcune forme di tumore, come il carcinoma basocellulare e quello spinocellulare. Per quanto riguarda il più temuto fra i tumori della pelle, il melanoma, ci sono poche certezze, e molti studi in corso tra cui si evidenzia che il melanoma non è più diffuso presso le popolazioni più esposte al sole (mediterranee, tropicali, africane ad esempio) rispetto a in Paesi meno soleggiati. Inoltre, la malattia colpisce spesso aree del corpo normalmente non esposte alla luce solare, come il tronco, i piedi, il cuoio capelluto. I principali fattori di rischio, infatti, sono la predisposizione genetica e fototipo (occhi chiari, capelli rossi o biondi, pelle che si scotta facilmente). Vanno evitate le ustioni solari, specie sulla pelle dei bambini, che “memorizza” il danno e ne manifesta le conseguenze a distanza di tempo.
Ricodiamo infine che i prodotti solari non sono pozioni magiche che proteggono totalmente anche chi esagera ma prodotti che garantiscono una certa percentuale di protezione dai raggi solari. E’ utile ricordare le poche e antiche regole: stare all’ombra nelle ore più calde, usare un cappello con visiera, occhiali da sole e capi d’abbigliamento in fibra naturale possibilmente bianchi.
Dott. Paolo Di Lernia – specialista in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed estetica