Il crollo della Roma regala lo scudetto ai bianconeri. Gioia Rossi: entra e segna
Torino in festa. Italia in festa. Adesso è ufficiale. La Juventus è Campione d’Italia 2013-2014, terzo campionato di fila vinto dalla Vecchia Signora, una cavalcata senza precedenti che rimarrà a lungo nella storia. Il capolavoro di Conte e dei suoi uomini.
E pensare che il trionfo è arrivato in questo 36esimo turno senza nemmeno scendere in campo, perché la Roma – onore anche alla splendida annata dei giallorossi – crolla incredibilmente sul campo del Catania ultimo in classifica. I capitolini, a -8 quando mancano tre turni, non hanno più birra in corpo e gli etnei ne approfittano affondandoli con la doppietta di capitan Izco e gli acuti di Bergessio e Barrientos. Totti sugla il gol della bandiera di una giornata storta.
È quindi solo statistica – e per la rincorsa alla spaventosa soglia dei 100 punti – la vittoria allo Juventus Stadium dei bianconeri contro l’Atalanta. Nella festa del posticipo di lunedì Conte dà spazio ad alcune seconde linee e proprio una di queste, Padoin, sigla il gol vittoria. Alla sua ex squadra.
Questo è stato anche il turno della stracittadina di Milano, il derby delle deluse di questo campionato. Milan-Inter è una partita brutta, giocata sottotono da ambo le parti e solo la traversa di Kakà e la zuccata vincente di De Jong illuminano un pò la scena. La vittoria del Diavolo è fondamentale per la corsa all’Europa League; viceversa, lo stop dei ragazzi di Mazzarri rischia, a due giornate dal termine, di compromettere anche il quinto posto tenuto per tutto l’anno.
Anche perché dietro non mollano. A cominciare dal Torino.
I ragazzi di Ventura, bravi e fortunati, hanno la meglio del Chievo a Verona. È una sfortunata autorete di Sardo a condannare i clivensi, superati ora anche dal Sassuolo e più che mai invischiati nella lotta salvezza (solo un punto sulla terz’ultima).
Vince anche il Parma, 2-0 alla Sampdoria con le griffe dell’ex mai dimenticato Antonio Cassano e Schelotto. I ducali sono ancora in piena corsa, a braccetto col Milan e un punto sotto i granata attualmente sesti.
Chi invece rischia di aver mandato tutto all’aria sono Lazio e Verona, avversarie di giornata. Spettacolare 3-3 il finale, ma il pareggio in chiave europea può essere una condanna. Biancocelesti avanti con Keità, pareggio di Marquinho – in prestito dalla Roma, una sorta di derby per lui –, ancora Lazio con Lulic e ancora Verona con Iturbe. Nel finale Romulo trova il tap-in vincente per il sorpasso scaligero e nel recupero Klose viene atterrato in area: Mauri si fa respingere il tiro ma insacca sulla ribattuta.
Le due protagoniste della finale di Coppa Italia giocano di martedì.
Il Napoli non ha problemi a disfarsi di un arrendevole Cagliari, realizzando un comodo 3-0. Segnano Mertens, Pandev e Dzemaili. Annata stregata per Hamsik, a secco di gol dal novembre: sulla traversa il calcio di rigore procurato da Pandev.
Colpaccio Sassuolo sul campo di Firenze: Berardi show, ne fa ben 3 ai gigliati, il quarto lo sigla Sansone. Tardiva la reazione dei Viola che arriva fino al 3-4 ma ne esce sconfitta. Oltre ai gol di Rodriguez (R) e Cuadrado, la nota positiva è il ritorno al gol di Giuseppe Rossi dopo il lungo infortunio. Quello che aspettavano i tifosi viola e tutti i tifosi italiani in chiave mondiale. Dita incrociate.
Sempre nella disperata corsa salvezza va registrato il pareggio a reti bianche del Bologna sul campo el Genoa. Meglio i rossoblù emiliani di quelli liguri, motivati dal bisogno di far punti. Ma non è novità la carenza realizzativa degli uomini di Ballardini e così il Grifone strappa comunque un punto. Il Bologna adesso è terz’ultimo.
Pare invece alzar bandiera bianca il Livorno, autore di una gara pirotecnica a Udine ma da cui esce sconfitta. I labronici ne prendono addirittura 5 in un tempo: doppietta per Di Natale, a segno anche Badu, Pereyra e Gabriel Silva. Paulinho, doppietta tutta su punizione, tiene a galla i suoi fino al due pari, poi si arrende alla pioggia di gol colorata di bianconero. Mesbah all’88’ rende solo meno pesante il passivo. Finale 5-3.
A -5 dal quart’ultimo posto con due giornate al termine se non è una resa poco ci manca.
Claudio Mastrodonato