Ex Fibronit, di amianto si continua a morire sempre di più, ma della messa in sicurezza permanente dell’ex cementificio barese, inserito dal 2001 nell’elenco dei siti inquinati di interesse nazionale e, dunque, da bonificare e ripristinare da un punto di vista ambientale, non vi è ancora traccia. Sarebbe forse opportuna, da parte del Governo, la nomina di un commissario straordinario che assicuri nel minor tempo possibile la realizzazione dei lavori: è la denuncia-appello del sen. Luigi d’Ambrosio Lettieri, capogruppo del PdL nella Commissione Igiene e Sanità del Senato, primo firmatario di una interrogazione urgente al presidente del Consiglio e ai ministri di Economia, Lavoro, Ambiente, Giustizia e Salute.
“Il Comune di Bari ha approvato, nell’ottobre 2005, il progetto esecutivo dei lavori di messa in sicurezza “di emergenza” dell’area”, spiega d’Ambrosio Lettieri, “Questi lavori, interrotti nel 2007, nelle intenzioni, avrebbero dovuto portare al seppellimento dei rifiuti in un sarcofago e alla conseguente trasformazione del suolo inquinato nel Parco della Rinascita. Ma qui le uniche cose che continuano a rinascere sono la disperazione e le difficoltà di chi è costretto a fare i conti non solo con le malattie causate dalle fibre di amianto, tutte gravissime, ma anche con le estenuanti controversie per vedere riconosciuti i diritti, i trattamenti straordinari di integrazione salariale o i pensionamenti anticipati secondo le norme vigenti. Un insopportabile calvario nel calvario già infernale della malattia”.
“Sempre il Comune di Bari”, continua il senatore del PdL, “ha approvato, da ultimo, lo scorso 13 febbraio, il progetto definitivo e il quadro economico relativo alla messa in sicurezza “permanente” della ex Fibronit. A noi risulta che la gara d’appalto non sia stata ancora avviata e che, a fronte di 14.983.930 milioni di euro previsti e 14.227.664 milioni di euro già stanziati e disponibili, l’opera complessiva di bonifica potrebbe iniziare il prossimo anno”.
Numerosi, dunque, gli interrogativi rivolti al Governo: stante il costante aumento dei casi di malati da amianto, risulta che l’intera area oggetto dello smaltimento sia attualmente in sicurezza secondo le modalità di legge per gli aspetti inerenti la tutela della salute pubblica? Quanti e quali risorse siano state finora impiegate per il ripristino dell’area e con quali risultati? Nel corso degli ultimi dieci anni vi sono state responsabilità riguardo il mancato e/o ritardato recupero dell’area ex Fibronit e, in caso affermativo, a carico di chi e per quali atti? Perché non è stata ancora indetta la gara d’appalto per i lavori del progetto per la messa in sicurezza permanente dell’area ex Fibronit? In base a quali criteri l’importo complessivo dei lavori è stato aggiornato? Qual è il numero esatto di coloro che hanno contratto malattie a seguito dell’esposizione alle polveri di amianto?
“A questi interrogativi si deve subito una risposta.La Cementifera Fibronitspa ha chiuso gli stabilimenti nel 1985 al termine di lunghissime vertenze sindacali e processuali promosse, con il sostegno di tutta la società civile, dai lavoratori che si ammalavano e morivano per l’esposizione alle polveri di amianto, dichiarato illegale in Italia con la legge 257 che risale al ‘92”, si legge nell’interrogazione, “dal 1985 ad oggi, anche dopo la chiusura degli stabilimenti, Fibronit continua ad arrecare gravi danni alla collettività: i capannoni dismessi, infatti, non opportunamente bonificati, e soggetti ad un progressivo degrado con conseguente dispersione nell’aria di polveri sottili, divenuti una sorta di discarica a cielo aperto, si sono trasformati in una vera e propria “bomba ecologica” che, nel corso degli anni, ha provocato gravi patologie e talora anche la morte di numerosi residenti. La vasta area inquinata è stata anche oggetto di più sequestri da parte dell’autorità giudiziaria che ha bloccato la rimozione e il trasporto in luoghi adatti allo smaltimento delle migliaia di tonnellate di materiali contenenti amianto”.
“Vogliamo verità e azioni immediate”, conclude d’Ambrosio Lettieri, “è un nostro preciso dovere, e sarà il nostro impegno”.