Gli italiani vollero abrogare il finanziamento pubblico ai partiti con il referendum del 1993.
Il cavalier Berlusconi “scende in campo” ancora una volta, ma questa volta per salvare il salvabile. Il suo Pdl, nel Lazio, si sta sgretolando sotto i colpi dello scandalo dei fondi pubblici sperperati in Regione. Dice Berlusconi: “Bisogna abrogare il sistema di finanziamento di gruppi e partiti così come l’abbiamo conosciuto. Si sono fatti dei passi in questa direzione, a livello centrale, ma non basta”. Un Berlusconi evidentemente timoroso che, per salvare la faccia del suo partito, inevitabilmente pone l’accento anche sulle ipotetiche responsabilità dell’opposizione: “Tutti i gruppi nel Consiglio regionale del Lazio erano corresponsabili: maggioranza e opposizione. Della serie “mal comune mezzo gaudio”.
A preoccupare Berlusconi è l’onda lunga dell’anti-casta che sta investendo gli italiani e per questo prende una posizione netta: “È necessario intervenire con estrema decisione, con coraggio e severità. La politica in Italia rischia di morire nel discredito in conseguenza di comportamenti collettivi e individuali intollerabili al senso comune e alla coscienza pubblica. Nessuno può chiamarsi fuori”. Il Cavaliere ci mette la faccia e “garantisce a suo nome” un impegno di risanamento della politica senza incertezze.
Gli italiani però, proprio in questi giorni stanno ricordando il referendum abrogativo sul “Finanziamento pubblico dei partiti” del lontano 1993 quando, superato il quorum, il 90,30% dei votanti si espresse per l’eliminazione dei contributi statali alle organizzazioni partitiche. La politica però, nel corso degli anni, corse ai ripari e seppe trasformare il vecchio “finanziamento” in comodi “rimborsi elettorali”: un meccanismo diverso, ma che in sostanza continua ancora oggi a traghettare ingenti somme di danaro pubblico dalle casse dello Stato a quelle dei partiti: si parla di 1 miliardo di Euro a legislatura (50 mln di elettori x 1 Euro x 4 elezioni (Camera, Senato, Europee e Regionali) = 200mln x 5 anni=1milardo di Euro).
Come si sentono oggi gli italiani, dopo che nel 1993 abrogarono il finanziamento pubblico ai partiti? A questa domanda tutte le organizzazioni politiche dovrebbero dare più di una risposta che forse, a ben guardare, potrebbe essere tardiva.
Antonio Curci
Fonte: Rapporto della Corte dei Conti (2010)