L’altra mattina in televisione, una sequela interminabile di contraffazioni accertate di alimenti in commercio ed incautamente acquistati dalle famiglie italiane. Carne dipinta di rosso da delinquenti della contraffazione per spacciarla come macellata da poco, olio d’oliva colorato di verde in commercio come extravergine, cibi scaduti indicanti una scadenza diversa da quella effettiva, e così per le patatine fritte vendute a iosa , le merendine che contengono di tutto, senza uova, ma con coloranti, marmellate di frutta senza frutta, vino senza uva e così via. Se poi si va in un ipermercato, bisogna stare attenti a quello che si compera, osservando e leggendo le etichette come quelle delle confezioni delle arance le cui bucce sono tossiche e bisogna lavarsi le mani subito dopo averle usate. Ma che Paese è diventato il nostro, visto che le prime e maggiori responsabilità ricadono proprio sugli organi di controllo che non esplicitano mai quali sono i negozi o supermercati responsabili delle violazioni di legge? La migliore punizione per i sofisticatori, per chi usa additivi proibiti, oli pericolosi per i cibi fritti, per chi vende pesce e surgelati in cattivo stato di conservazione, sarebbe proprio la pubblicazione sulla stampa con la indicazione dei responsabili. Il conduttore della trasmissione faceva appello alla sensibilità dei genitori che abbuffano i figli con cibi che notoriamente fanno male e rendono pericolosamente obesi i ragazzi. Ormai lo sosteniamo da anni la bella Italia è rimasta solo quella dei ricordi e non c’è un settore della vita pubblica che funzioni così come sarebbe giusto.Si salvi chi può, e questo non è populismo!
Prf.Marengo