Non è ancora terminata l’allerta alimentare relativa al consumo di frutti di bosco surgelati, responsabili di avere dato inizio ad una epidemia di epatite A. La maggior parte dei casi di epatite A, in Italia, è stata registrata tra aprile e maggio 2013 e attualmente sono circa 800 le persone colpite dal virus, anche se questo numero è destinato a crescere ulteriormente.
La fonte della contaminazione, al momento, non è stata individuata, ma sembra che siano coinvolte le fasi di raccolta e produzione dei frutti di bosco.
Sembra che i primi casi di epatite risalgano al 2012 e che i cittadini non siano stati informati in maniera tempestiva del rischio esistente. Errori e ritardi sulla comunicazione del rischio sono da attribuire sia al Ministero della Salute sia a diverse catene di supermercati perché dall’inizio dell’epidemia molti sono i consumatori che, ignari del pericolo, hanno continuato e continuano a consumare frutti di bosco surgelati crudi, senza alcuna cottura. Il virus dell’epatite A sopravvive infatti alle basse temperature ma viene inattivato rapidamente con il calore. Per questo motivo, ora, il Ministero della Salute sta diffondendo un messaggio in cui si avvertono i cittadini della necessità di cuocere (100 °C) i frutti di bosco surgelati per almeno 2-3 minuti, prima del consumo.
In rete (www.ilfattoalimentare.it) è disponibile la lista dei 15 lotti di frutti di bosco ritirati dal mercato. Anche in questo caso, ci sono stati dei ritardi sul ritiro di alcuni lotti di produzione.
Le ultime notizie riportano casi di epatite A, causata dai frutti di bosco, anche in Irlanda, Francia e Olanda.
Cristina De Ceglie